Programmi di intelligenza artificiale all’università/ Quanti studenti la usano?

- Josephine Carinci

I programmi di intelligenza artificiale per la scrittura di testi sono sempre più diffusi nelle università. Quanti studenti la utilizzano?

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Programmi di intelligenza artificiale nelle università: sempre più studenti la usano

Quanti studenti usano i programmi di intelligenza artificiale all’interno delle università? Come spiega l’Agi, qualche giorno fa la storica Carla Ionescu ha raccontato di aver intercettato una conversazione tra due suoi allievi che si scambiavano consigli su quale programma d’intelligenza artificiale fosse meglio per scrivere tesi. Il quotidiano inglese The Guardian ha analizzato la questione, spiegando quanto sia diffuso all’interno degli atenei. Ci aveva pensato nel 2012 già il teorico informatico Ben Goertzel, proponendo un “test universitario robotico” e mostrando come “un’intelligenza artificiale è in grado di ottenere una laurea allo stesso modo di un essere umano”.

L’informatico Nassim Dehouche ha spiegato in un articolo che il GPT-3, il modello linguistico creato dall’OpenAi laboratorio di ricerca, potrebbe “produrre una scrittura accademica credibile non rilevabile dal solito software anti-plagio”. Nel frattempo anche S. Scott Graham, professore associato all’Università del Terxas ad Austin, ha parlato del tema sulla rivista scientifica Inside Higher Education. Anche utilizzando l’intelligenza artificiale, ha spiegato, i migliori avrebbero soddisfatto i requisiti minimi o poco di più mentre gli studenti non annoverati tra i primi della classe, hanno invece faticato. Infatti fornire al sistema suggerimenti efficaci richiedeva comunque capacità di scrittura di un livello sufficientemente elevato. Il professore ha dunque concluso: “Sospetto fortemente che la scrittura robotica completa resterà proprio dietro l’angolo”.

Programmi di intelligenza artificiale nelle università: saranno vietati oppure no?

I programmi di intelligenza artificiale sono così diffusi all’interno delle università? Secondo Aki Peritz, ricercatore del settore privato, qualsiasi studente può utilizzarla per scrivere meglio e in meno tempo: “Con un po’ di pratica, uno studente può usare l’intelligenza artificiale per scrivere il proprio elaborato in una frazione di tempo ridotta”. Come osserva il The Guardian nella propria ricerca, “Le università non si limitano ad affrontare saggi o incarichi interamente generati da algoritmi: devono anche giudicare una miriade di problemi più sofisticati. Ad esempio, i processori di scrittura basati sull’intelligenza artificiale suggeriscono abitualmente alternative alle frasi sgrammaticate. Ma se il software può riscrivere algoritmicamente la frase di uno studente, perché non dovrebbe fare lo stesso con un paragrafo e perché non con una intera pagina?”

Come riporta ancora l’Agi, il professor Phillip Dawson della Deakin University spiega: “Penso che in realtà insegneremo agli studenti come utilizzare questi strumenti. Non credo che li proibiremo necessariamente”. Infatti, come sottolinea il The Guardian, le stesse professioni per le quali si studia all’università “presto si baseranno anche sull’intelligenza artificiale, con le discipline umanistiche particolarmente interessate. Prendi il giornalismo, per esempio…”.





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