LA SVOLTA (POSSIBILE) SULLA GUERRA IN UCRAINA: PUTIN APRE AI NEGOZIATI IN SLOVACCHIA, “OK LA PROPOSTA DI FICO”
La visita di Robert Fico appena prima di Natale a Mosca era stata giustamente derubricata come una visita – seppur insolita per un leader europeo da dopo l’invasione del 2022 in Ucraina – per trattare il tema del gas naturale: in prima fila per la forte critica lanciata all’Unione Europea nel sostenere appieno Kiev in guerra perdendo così il transito del gas russo in Europa (e in aperta bagarre diplomatica con il Governo Zelensky dopo aver accusato il Premier ucraino di aver offerto soldi per l’ingresso nella NATO), la Slovacchia di Fico ha in realtà presentato al Cremlino un’ipotesi per un negoziato di pace che Putin avrebbe valutato già molto positivamente. È lo stesso autocrate dal Cremlino a confermare l’intento della Russia di chiudere quanto prima “l’operazione speciale” con l’Ucraina, avendo garanzie dall’Occidente sul non ingresso di Kiev nell’area NATO.
Se questa mattina il Ministro degli Esteri russo Lavrov aveva allontanato l’idea di una tregua, puntando all’accordo invece vero e proprio di pace, ora è Putin ad accelerare ulteriormente verso possibili negoziati, resi possibili dall’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca dal 20 gennaio 2025. In una conferenza stampa convocata per la giornata di oggi 26 dicembre 2024, il leader del Cremlino rilancia la priorità di raggiungere tutti gli obiettivi del conflitto in Ucraina, «Sosterremo i nostri ragazzi. Mentre adesso stiamo parlando, loro stanno combattendo». Putin ha poi svelato che la Slovacchia si è resta disponibile a fornire il proprio territorio come base curiale per i negoziati di pace tra Mosca e Kiev: «non siamo contrari alla proposta del Premier Fico», ha aggiunto ancora Putin considerando la Slovacchia come un Paese sostanzialmente neutrale, «è un’opzione accettabile».
IL FUTURO DELL’UCRAINA NELLA NATO È ANCORA PUNTO DIRIMENTE PER LA RUSSIA: COSA CHIEDE LA RUSSIA A TRUMP
Nel dialogo tra Fico e Putin prima di Natale, conferma il Cremlino, si è parlato dell’accordo di pace in Ucraina da completare giocoforza entro il 2025 per chiudere quanto prima la dispendiosa “operazione speciale” (chiamasi guerra, ndr) nel Donbas ucraino e nel Kursk russo. Con la vittoria di Trump alle Elezioni USA si sono riannodati i fili del dialogo tra Russia e Stati Uniti, con dichiarazioni specifiche tanto del Presidente designato quanto dello stesso Putin sulla volontà di incontrarsi al tavolo di pace per l’Ucraina.
Da una parte l’Ungheria di Orban, dall’altra la Slovacchia di Fico – entrambe molto interessate a ripristinare gli accordi sul gas con Mosca – si sono rese disponibili di convocare i tavolo di pace per chiudere definitivamente la guerra con Kiev: la novità è che Putin è disponibile tanto sulla primo quanto sulla seconda “opzione” di negoziati, «vogliamo chiudere quanto prima la guerra in Ucraina», ha aggiunto al termine della conferenza stampa appena dopo Natale. Il Cremlino non vuole “congelare” la guerra ma vuole portarla a termine definitivamente e in questo senso la presenza di Trump alla Casa Bianca da fine gennaio 2025 è un elemento in cui Putin confida notevolmente: un tema dirimente che la Russia chiede all’Occidente è una sorta di garanzia sul futuro dell’Ucraina nella NATO. Mosca non nasconde di non voler affatto al proprio confine un Paese direttamente foraggiato e membro dell’Alleanza Atlantica: «Non so cosa si dica ora nel team del presidente eletto Donald Trump, so che l’attuale presidente Biden me ne ha parlato nel 2021». Putin fa riferimento alla presunta promessa fatta dal leader dem appena prima dell’invasione del Donbas (la retorica russa dà proprio a questa mancata promessa la “motivazione” dell’inizio della guerra, ndr), ovvero di ritardare di almeno 15 anni l’adesione di Kiev nella NATO, «perché non è ancora pronta». Putin all’epoca risposte affermativamente alla proposta di Biden, e la ripropone oggi con il suo successore Trump dopo che l’avvicinamento tra Ucraina e NATO è quanto più vicino (proprio per la guerra iniziata, ndr).