Quello che arriva dal Global Forum on Nicotine che si è tenuto nei giorni scorsi a Varsavia è un appello chiaro e diretto a tutte le istituzioni globali per adottare ed incentivare le strategie di riduzione dei danni per contrastare la paga del fumo: il riferimento è a tutti quei prodotti (soprattutto le e-cig e i riscaldatori di tabacco) che rappresentano un’alternativa meno – ma non per nulla – dannosa delle sigarette tradizionali, spesso bistrattati e oggetto di proposte da parte dell’OMS per una regolamentazione stringente. Secondo gli esperti riuniti a Varsavia, però, la direzione intrapresa è scorretta e rischia di creare ancora più problemi che le attuali leggi di contrasto al fumo, aprendo ad una situazione in cui si creano mercati secondari di spaccio e in cui – soprattutto – la riduzione dei danni diventerebbe del tutto inutile.
Questa – chiariscono gli esperti – “è senza dubbio una delle sfide più urgenti nella salute pubblica contemporanea” perché (e qui ci riferiamo alle parole di Andrzej Fal, capo del Dipartimento Malattia Polmonari dell’Istituto Nazionale di Medicina di Varsavia) “l’aumento delle malattie non trasmissibili, come le malattie cardiovascolari, i tumori e il diabete è drammaticamente correlato a comportamenti come il fumo, l’uso eccessivo di alcol e l’inattività fisica”, mentre la riduzione dei danni abbatterebbe “i costi associati alle malattie, inclusi i congedi per malattia e la perdita di produttività”.
L’appello degli esperti: “Sfruttiamo le tasse per incentivare la riduzione dei danni da fumo”
“La nostra missione – spiega al convegno sulla riduzione dei danni di Varsavia Grzegorz Król, Direttore di Knowledge Action Change – è non solo quella di discutere dei benefici per la salute pubblica di queste innovazioni”, ma anche promuovere un cambiamento di rotta nelle “politiche pubbliche globali” sul fumo verso il superamento definitivo della logica “dello ‘smetti o muori'”. Per farlo la sua proposta è quella di continuare a ‘sfidare’ la comunità internazionale con “prove, dati e le voci” di chi ha sperimentato con successo la riduzione dei danni del fumo tenendo sempre a mente che un risultato positivo andrebbe a beneficio dell’intera salute pubblica mondiale.
Si ricollega a questo ragionamento di Król anche il già citato Fal che ha proposto una coordinazione internazionale per definire un nuovo impianto fiscale – “sappiamo come usare le tasse, sappiamo come introdurre divieti pubblici”, ha dichiarato davanti alla platea – che premi i consumatori che optano per la riduzione dei danni piuttosto che per il fumo tradizionale, perché altrimenti il rischio è di “perdere la guerra contro le sigarette”. Infine, Michel Minton (senior policy analyst presso la Reason Foundation) ha ricordato quanto efficientemente le politiche di “riduzione del danno” si adattino ed integrino “con altre iniziative di salute pubblica” e – soprattutto – con “i nostri tentativi di aiutare le persone”.