L’imprenditore meneghino, Angelo Moratti, figlio del grande Gian Marco Moratti, è stato intervistato stamane dal Corriere della Sera. Tanti gli argomenti trattati, a cominciare da quando negli anni ’70 fu vittima di un tentativo di sequestro. Angelo Moratti ricorda di essere uscito da scuola e di essere stato rapito da quattro malviventi, tentativo fortunatamente sventato dalla polizia. A quel punto il papà decise di trasferirsi all’estero con la famiglia, spostandosi da Milano alla vicina Lugano.
Poi il nuovo trasferimento in Inghilterra, presso un collegio militare “visto che quel collegio svizzero non era troppo severo”. Un papà che si laureò in Sicilia, Catania, “assieme a Umberto Agnelli” per evitare le distrazioni, e che iniziò a lavorare per l’azienda del nonno fin da “molto giovane”.
ANGELO MORATTI, FIGLIO DI GIAN MARCO MORATTI E LA “SCOPERTA” DI SAN PATRIGNANO
Gian Marco Moratti avrebbe voluto laurearsi negli Stati Uniti ma il padre si rifiutò, dicendogli che avrebbe iniziato a lavorare “subito”, preparando gli esami durante le vacanze a San Patrignano. Per il padre la comunità di San Patrignano veniva insieme alla famiglia e al lavoro. Vincenzo Muccioli, il grande patron, venne conosciuto in maniera fortuita da Angelo Moratti, dopo che il numero uno della Comunità gli venne segnalato dal cugino del maestro di karate dello stesso imprenditore milanese: “Mio padre si appassionò subito al progetto”, racconta ancora Angelo Moratti.
Moratti ha passato tutte le vacanze dal 1980 a San Patrignano, studiando insieme ai ragazzi per l’università: “Ho dormito in una roulotte” per dieci anni, poi è stata la volta di un piccolo appartamento ma sempre molto spartano “Con lettini di ferro”, sempre per una questione di autodisciplina, aggiunge il figlio di Gian Marco Moratti. Quando Muccioli venne arrestato nel 1980 Angelo Moratti e Letizia si stabilirono di fatto in comunità fino al rilascio “Non si mosse per 35 giorni”, ma avrebbe potuto restare lì per anni aggiunge Angelo.
ANGELO MORATTI, FIGLIO DI GIAN MARCO: “ERA UN SUO DESIDERIO…”
Alla fine Gian Marco Moratti venne sepolto a San Patrignano, così come volle lo stesso “Era un suo desiderio”. Angelo ha poi raccontato che il padre era molto generoso verso chi andava salvato “era un’ossessione”, era generoso anche con gli stesso figli ma sempre con rigore. Impossibile non parlare dell’Inter di cui il padre era tifoso in “maniera enorme”, una passione che si era spenta per poi ritornare con forza quando lo zio Massimo Moratti comprò la società meneghina: “Ma è tornato allo stadio solo una volta”. Gian Marco Moratti che ha amato Mariolino Corso ai tempi del padre, ma anche Mourinho: “Capiva tantissimo di calcio”, mentre le sue tendenze politiche sono sempre state “al centro, repubblicani e liberali”, non amando gli estremi.
Era anche amico di Silvio Berlusconi “Lo conosceva fin da giovane”, e lo ha anche votato. Un Gian Marco Moratti che era “più spirituale che religioso”, convinto che ci fosse la reincarnazione, e infine sulla sua malattia, “era costantemente preoccupato”, e proprio per questo finì per non curare se stesso: “Non si è mai arreso”.