SLOVACCHIA NEL CAOS DOPO LA VISITA DI FICO IN RUSSIA: PROTESTE PRO-UE E ALLARME IN STILE MAIDAN UCRAINO
Ormai sempre più spesso occorre considerare il quadro nel suo insieme anche all’interno del complesso piano geopolitico mondiale, anche per Paesi come la Slovacchia che fino a ieri potevano dar l’impressione di avere “trame” evidenti e prevedibili, confinate ai confini dell’Europa che conta. Nella crisi sostanziale dell’europeismo (e le colpe della Commissione Ue in questo non sono esenti, ndr), Stati come l’Ungheria, la Romania, la Moldavia, l’Austria, o appunto la Slovacchia, vivono un periodo molto particolare nel ritrovarsi tra due “fuochi” come l’UE e la Russia, il tutto acceso dalla sempiterna guerra in Ucraina ancora in auge tre anni dopo l’invasione di Mosca nel Donbass.
E cosi che ci soffermiamo oggi su quanto sta avvenendo nella non lontanissimo Bratislava, dove il Governo Fico vive mesi di tensione al proprio interno, esplose letteralmente dopo la visita dello stesso Premier in Russia dal Presidente Vladimir Putin: molto critico con la posizione dell’Occidente e dell’UE stessa in supporto all’Ucraina, Fico ha pubblicamente criticato la sudditanza europea e NATO alle richieste di Zelensky, invocando la fine della guerra e spostando l’asse di influenza sempre più verso Mosca. Dopo il rischio di crisi di Governo conclamata, e dopo la visita da Putin, Fico teme ora sempre più un potenziale “colpo di Stato” in stile Maidan 2014 in Ucraina. «La Slovacchia non può essere rovesciata», ha detto il Primo Ministro commentando le ultime notizie pubblicate dal portale “Dennik” che parlano di un gruppo di “specialisti stranieri” (alcuni quotidiani slovacchi citano anche l’influenza di George Soros come presunto “mandante”) che sarebbero giunti a Bratislava nelle ultime settimane, che avrebbero già avuto un ruolo chiave nelle recenti proteste pro-UE in Georgia, e appunto nella rivoluzione contro il Presidente ucraino Janukovyč nel 2014. Il “piano” anticipato dai media slovacchi vedrebbe la conquista degli edifici amministrativi nel cuore della capitale Bratislava, con proteste in piazza su larga scala in realtà già cominciate da alcune settimane ciclicamente nei weekend.
FICO SI SALVA DALLA SFIDUCIA MA IL GOVERNO RESTA IN CRISI: COSA STA SUCCEDENDO IN SLOVACCHIA
In stato di allerta ormai da tempo, il Premier Fico ha convocato ieri mattina il Consiglio di Sicurezza Nazionale dopo le segnalazioni arrivate dall’intelligence della Slovacchia e dell’Ungheria (di oggi la visita di Orban a Bratislava, ndr) per il potenziale “golpe bianco” in stile Maidan: il Governo accusa il principale partito di opposizione – Slovacchia Progressista – di voler destabilizzare il Paese spingendo a proteste anti-Russia e pro-UE, ripetendo il “gioco” riuscito all’Ucraina ormai più di 10 anni fa. L’incontro tra i leader di Slovacchia Progressista (tra cui l’ex Presidente della Repubblica Zusana Caputova) e Zelensky ha accentuato l’irritazione di Fico, specie con le promessa di inviare truppe slovacche in aiuto a Kiev qualora l’opposizione riuscisse a vincere le prossime Elezioni nel 2027.
Una tornata elettorale ancora lontana ma che potrebbe drasticamente avvicinarsi qualora il Governo Fico – sostenuto dallo SMER del Premier, i socialdemocratici di Hlas e la destra del Partito Nazionalista Slovacco – non riuscisse a mantenere la flebile maggioranza ad oggi fatta da 76 seggi sui 150 totali dell’Assemblea Legislativa. I contrasti interni sono ingenti, specie dopo la visita di Stato di Fico al Cremlino: il voto di sfiducia presentato inizialmente dalle opposizioni è stato ritirato, specie dopo che i “dissidenti” interni a Hlas avevano comunque annunciato che non avrebbero voluto fa cadere il Governo Fico (almeno per il momento). Si chiede un rimpasto deciso dell’esecutivo, e posizioni meno oltranziste in direzione Mosca: in tutto questo, il temuto “golpe” dal Premier Fico lo mette in pre-allarme con le prossime settimane decisive nel capire se e come terrà la maggioranza, e se soprattutto la protesta di piazza non diventi una conclamata manifestazione di metà Slovacchia in protesta contro il Governo.