«Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti…». Così Alessandro Manzoni descriveva il ramo di Lecco ne I promessi sposi, e ancora oggi quelle parole risuonano come una dolce melodia che invita a perdersi tra le acque tranquille e le montagne severe. È qui, tra i borghi senza tempo e le sponde avvolte dalla nebbia invernale, che la letteratura e il paesaggio si intrecciano come fili d’oro in una trama romantica.
La prima tappa di questo itinerario è Villa Manzoni, la dimora che custodisce la memoria di uno dei più grandi autori della letteratura italiana. Le stanze silenziose raccontano storie antiche: una scrivania che ha visto nascere parole immortali, manoscritti ingialliti che profumano di inchiostro e un panorama che sembra uscito da un dipinto. Lì, dalla finestra, le montagne lecchesi si specchiano nel lago, avvolte da una luce soffusa che d’inverno assume una magia particolare. Il vento porta con sé echi lontani, e viene naturale immaginare Lucia che sussurra il suo “Addio, monti…” mentre piccole barche di legno, le “Lucie”, solcano lente le acque.
Lasciandosi alle spalle la villa, si giunge a Pescarenico, un angolo di mondo dove il tempo pare essersi fermato. Le case dai colori pastello si riflettono sull’acqua come un dipinto di un’altra epoca, le barche sonnecchiano ormeggiate, e le vie strette conservano intatta l’atmosfera del XVII secolo. Qui, dove Manzoni ambientò le pagine più struggenti del suo romanzo, ogni passo riporta alla mente immagini vivide: l’addio, la fuga, l’amore e il tormento.
Ma il viaggio continua, salendo verso la Rocca dell’Innominato, un luogo che sembra uscito da una fiaba gotica. Il sentiero che conduce alla fortezza è un pellegrinaggio di silenzi e pensieri, dove ogni pietra racconta storie di redenzione e speranza. Giunti in cima, il panorama lascia senza fiato: il lago di Garlate e le montagne circostanti si aprono come un sipario, mentre il cielo invernale accende riflessi d’argento. È facile immaginare l’Innominato perso nei suoi dubbi, e ancor più facile, davanti a tanta bellezza, ritrovare un po’ di serenità.
E poi c’è il Resegone, il monte che domina Lecco con le sue cime seghettate come una corona di pietra. Qui, ogni sentiero è un viaggio nella natura più autentica: che si salga da Brumano o Morterone, ogni passo conduce a scenari che tolgono il respiro. Dall’alto, il lago appare immobile come uno specchio, mentre il sole invernale gioca con le ombre della montagna. È questo il simbolo della forza della natura, la stessa che ispirò Manzoni e che, nei giorni di neve, avvolge tutto in un silenzio ovattato e quasi sacro.
Ma Lecco non è solo Manzoni. Le sue sponde custodiscono anche le storie di Andrea Vitali, scrittore che ha saputo raccontare con ironia e dolcezza la vita semplice di Bellano, uno dei borghi più belli del Lago di Como. Qui, tra vicoli acciottolati, case colorate e scorci che sembrano cartoline natalizie, si trova l’Orrido di Bellano, una gola naturale dove l’acqua scava e danza tra rocce antiche. È un luogo suggestivo e misterioso, dove la natura sembra sussurrare racconti segreti. Passeggiare per Bellano significa immergersi in un mondo autentico: una chiesa sconsacrata trasformata in spazio culturale, un ristorante affacciato sulla piazza, antiche case che raccontano storie di lavoro, amore e piccole magie quotidiane.
Un itinerario letterario a Lecco e dintorni è molto più di una semplice gita. È un invito a rallentare, a fermarsi ad ascoltare le voci del lago e a lasciarsi avvolgere dalla bellezza di un paesaggio che ha ispirato poeti e scrittori. È una fuga dal caos, un ritorno alla semplicità e all’emozione pura. È il luogo perfetto per riscoprire la magia del Natale, quando le luci si riflettono sull’acqua e l’aria profuma di inverno.
Per chi cerca il romanticismo, la pace e un angolo di mondo dove il passato e il presente si incontrano, Lecco e i suoi borghi sono una promessa: un viaggio che rimane nel cuore, come una pagina da rileggere, ancora e ancora.
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