La scuola e la (vera) domanda dei giovani

- Emilia Guarnieri

La situazione giovanile è preoccupante. Chi governa la scuola ha a che fare non solo con la sua organizzazione, ma con una domanda di senso

giannelli
(LaPresse)

Notizie emerse in queste ultime settimane sulla condizione dei giovani ancora una volta costringono a interrogarsi e a guardare le proporzioni di un disagio che forse ha tanto da dire sulla debolezza del contesto adulto in cui i nostri ragazzi vivono.

L’Unicef ha recentemente diffuso dati che non possono non attirare l’attenzione. Nel mondo ogni undici minuti un ragazzo si toglie la vita. In Europa il suicidio è la seconda causa di morte dei giovani tra i 15 e i 19 anni. A questi numeri se ne possono aggiungere altri, relativi all’Italia, diffusi da un rapporto Cgil e ActionAid, relativo alla fascia di età 15-34 anni, che segnalano come il nostro Paese è primo in Europa per numero di Neet (giovani che non studiano, non lavorano e non sono impegnati in alcun percorso formativo). Nel 2020 sono stati oltre 3 milioni, pari circa al 31,7 % della fascia d’età presa in considerazione. L’anno successivo la percentuale è arrivata al 34,6%. Le percentuali relative alle regioni del Sud tendono poi ad essere doppie rispetto alle regioni del Nord. Se a questi dati aggiungiamo quelli sulla dispersione scolastica, per cui è stato coniato un altro acronimo, Elet (early leavers from education and training, cioè ragazzi che non sono andati oltre la scuola secondaria di primo grado), ci troviamo di fronte a un 13,5% di studenti tra i 18 e i 24 anni che conseguono al massimo la licenza media.

Neet e Elet sono i nostri figli! Dietro agli acronimi e alle percentuali c’è la realtà drammatica di persone che non trovano una ragione adeguata per vivere, per studiare, per lavorare. Un disagio che non può non interrogarci.

Anche la pandemia ha contribuito a far emergere il disagio. Il recente rapporto Censis ci dice che il 62% dei giovani ha cambiato la propria visione del mondo: solo per il 22% il futuro sarà migliore, mentre il 40% ritiene che sarà peggiore. Ancora il rapporto ci dice che i sentimenti prevalenti di fronte al futuro sono: incertezza, ansia, paura e pessimismo. Il 45% dei giovani, inoltre, dichiara che dopo la pandemia desidera trascorrere a casa più tempo possibile. Il 45% degli under 37enni dopo il Covid soffre di ansia e depressione.

Dati, storie, persone, che descrivono una sofferenza acuta, drammatica, vissuta proprio da chi avrebbe la “vocazione” a guardare a se stesso e al futuro con il cuore pieno di attesa e di fiducia. È impossibile girarsi dall’altra parte e non vedere questa sofferenza, che incontriamo nelle nostre piazze, nelle nostre strade, quando non tra le mura delle nostre case.
Nessuno di noi, tantomeno la scuola, può chiamarsi fuori. L’incidenza della vita scolastica, in termini di tempo e di “interessi” che mobilita, è assolutamente rilevante nella vita dei giovani. Le ore scolastiche, i rapporti con compagni e insegnanti, i risultati raggiunti, positivi o negativi che siano, influenzano l’esistenza dei ragazzi.

Oggi i dibattiti aperti sulla scuola e la sua organizzazione sono tanti. Uno dei più gettonati, soprattutto in questi ultimi tempi, è quello relativo ai docenti, al loro reclutamento e alla loro formazione. Problema reale, anche perché, come scriveva recentemente Claudio Tucci sul Sole 24 Ore, nel nostro paese l’età media dei docenti è la più alta d’Europa (50,2 anni), a fronte di stipendi bassi che contribuiscono a non rendere attraente la professione docente.

Altro grande tema è il mismatch tra la formazione fornita dalla scuola e la domanda che emerge dal mondo lavoro. Così come il fenomeno dell’abbandono del posto di lavoro, sempre più frequente e non necessariamente alla ricerca di migliori condizioni economiche. Il rapporto tra scuola e mondo del lavoro evidenzia pertanto che accanto alle competenze disciplinari devono essere favorite competenze che contribuiscano alla formazione di personalità agili, aperte, amicali, flessibili, capaci di integrarsi in piani di reskilling e upskilling. Il Rapporto del World Economic Forum dello scorso anno indicava infatti come decisive, accanto alle competenze che riflettono il sapere o il saper fare, le competenze trasversali o character skills, in particolare problem solving, tolleranza allo stress e auto apprendimento, capacità di lavoro con gli altri.

Il quadro che abbiamo di fronte segnala sempre più l’esigenza che chi ha responsabilità relativamente al pianeta-scuola (insegnanti, dirigenti, ministri e legislatori) abbia il coraggio di lasciarsi interrogare dalla domande che la realtà pone. Abbiamo bisogno di una scuola migliore, più adeguata all’oggi dei nostri giovani, fatta da adulti motivati e appassionati. Non l’ennesima grande riforma, ma un sano realismo che, in una prospettiva di autonomia delle istituzioni scolastiche, sappia valorizzare le risorse esistenti nella società, si “fidi” delle scuole paritarie (se ben fatte!), investa con coraggio sul rapporto con il mondo del lavoro, metta in atto percorsi nuovi per favorire la crescita di character skills.

Scriveva recentemente la giornalista Daniela Hamaui su Repubblica: “Se fossi un ragazzo o una ragazza direi al ministro dell’Istruzione: ‘Lei ha mai fatto lo sforzo di guardarci negli occhi? Di ascoltare i nostri desideri, le nostre paure? Che cosa è davvero per lei il merito? Si tratta di andare bene a scuola, di prendere voti alti, o di essere in grado di riconoscere le proprie passioni e inseguirle?’”.

Quei desideri, quelle paure, quelle passioni, aspettano adulti desiderosi di fare una scuola migliore, sempre più adeguata alle esigenze formative ed educative che questi nostri studenti manifestano. Adulti che sappiano comunicare attraverso questo lavoro quanto ci tengono a ognuno dei loro ragazzi, quanto siano appassionati alla loro crescita. Testimoni di una stima per il cuore di ognuno di loro, certi che il desiderio che il Mistero ha messo in loro aspetta solo di essere risvegliato.

— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ultimi Editoriali

Ultime notizie