Alexandre Pato è stato senza dubbio uno dei più grandi punti interrogativi della storia del Milan e in generale del calcio. Il gioiello brasiliano è sbarcato in rossonero regalando gesta incredibili, numeri da talento purissimo, ma con il passare del tempo si è perso per strada, non si è mai ben capito perchè. C’è chi ha parlato di eccessiva fragilità fisica, chi psichica, chi invece ha accusato i preparatori di aver stimolato troppo la massa muscolare del giocatore brasiliano. Certo è che Pato rimane uno dei più grandi “what if” della storia del calcio e lo dimostra oggi ancora il grande affetto dei milanisti nei confronti del Papero, e soprattutto le emozioni provate nel ricordare alcuni dei momenti più belli vissuti dal brasiliano a San Siro, a cominciare dall’esordio.
Pato mise piede a Meazza per la prima volta in una delle partite più spettacolare del Milan moderno, il famoso 5 a 2 contro il Napoli del Ka-Pa-Ro visto che in campo, per alcuni minuti, vi fu il tris formato da Kakà, Pato e Ronaldo (Il Fenomeno). Parlando con Gianluca Gazzoli durante il suo podcast BSMT, ha ricordato quel magico match del 13 gennaio 2008, quindi quasi esattamente 17 anni fa, e di come lo stesso pianse dopo aver segnato il primo gol “Non capivo bene dove mi trovavo”, dice, ricordando come all’epoca volesse solo giocare in quanto ciò che faceva gli piaceva. Pato ricorda di essere stato paragonato a Ronaldo quando sbarcò a Milanello, ma “io ero io”, ma all’epoca non lo capì “perchè ero incosciente”.
ALEXANDRE PATO E IL SUO SOPRANNOME
Ma perchè l’ex Milan venne soprannominato Papero? Il motivo è semplice visto che Papero, in brasiliano appunto Pato, deriva dal fatto che lo stesso calciatore viveva a Pato Branco. I primi tempi l’ex calciatore veniva chiamato Alexandre Paranà, ma c’era un altro giocatore in squadra omonimo, di conseguenza, essendo più giovane, Pato ha dovuto cambiare nome e scelse appunto il Papero “Mi piace, è rimasto”, aggiunge, ricordando che oggi ha una impresa di costruzioni che si chiama “Duck”, il nome inglese proprio della papera.
Nel corso della chiacchierata con Gazzoli l’ex attaccante ha parlato anche del suo rapporto con Barbara Berlusconi, figlia del compianto presidente del Milan. “Berlusconi sapeva tutto”, racconta Pato sorridendo, ricordando che lui “era il capo”. Questa relazione l’ha aiutato, aggiunge ancora il giocatore, anche se nel contempo gli ha creato un po’ di problemi visto i numerosi gossip che giravano sul loro conto: quando giochi bene e vinci nessuno dice nulla, ma se giochi male o sei sempre infortunato è facile daro sfogo alle malelingue e lo stesso accadde proprio a Pato. E ancora, sempre su Berlusconi: “Non mi hai mai chiesto di lascia sua figlia”, ricordando la simpatia del Cavalerie, le sue famose barzellette raccontate, e la sua gentilezza.
ALEXANDRE PATO E IL RAPPORTO CON BERLUSCONI
In conclusione Alexandre ammette di non essersi pentito di nulla e di essere stato molto contento per l’esperienza vissuta a Milanello. E’ stato un momento molto felice ammette, anche perchè Alexandre ha ricordato quanto fosse vincente il Milan dell’poca, fra campionato, Supercoppa e anche successi in campo europeo. E anche sulle vittorie c’è un simpatico aneddoto sempre legato a Silvio Berlusconi: “Diceva che se vincevamo c’era festa per tutti tranne che per Pato”, ma ovviamente era ironico.
“Per me è stato bellissimo conoscerlo”, aggiunge, spendendo quindi nuovamente parole d’affetto nei confronti dell’ex presidente del Diavolo. Pato ha militato nel Milan dal 2008 al 2013, giocando 117 partite e segnando 51 marcature, quasi un gol ogni due match giocati, nonostante un sacco di critiche. Dopo l’addio ai rossoneri, il giocatore ha militato con Corinthians e San Paolo, quindi l’esperienza europea con Chelsea e Villarreal, per poi provare gli Stati Uniti con l’Orlando City e chiudere nuovamente nel San Paolo nel 2023.