Si chiama Klaus-Michael Kunhe l’uomo più ricco della Germania, che secondo quanto riporta Forbes, avrebbe un patrimonio da 44 miliardi di euro. L’uomo è presidente onorario dell’azienda di logistica Kuhne+ Nagel e oltre a essere il più grande imprenditore tedesco, il suo nome è legato a quello della storia della Germania e del nazismo. Un’inchiesta di Vanity Fair, infatti, ha rivelato una storia dietro al nome dell’imprenditore, che finora non è mai stata rivelata, e che in Germania ha fatto discutere e non poco.
Nel 1933, dopo la salita al potere di Hitler come cancelliere, il padre di Klaus-Michael Kunhe e lo zio decisero di mandare via dalla loro società il loro socio, l’ebreo Adolf Maas, senza alcuna compensazione. Secondo l’ideologia di arianizzazione, infatti, i due decisero di lasciare in società solamente le persone di origine non ebraica. I Kuhne, poi, tra il 1942 e il 1944 organizzarono il saccheggio e il trasporto in Germania dei mobili recuperati dalle case di 70mila famiglie ebree deportate nei campi di concentramento.
Klaus-Michael Kunhe: la storia della famiglia legata al nazismo
Il saccheggio dei mobili delle famiglie ebree da parte del padre e dello zio di Klaus-Michael Kunhe avvenne non soltanto in Germania, ma anche in Olanda, Francia e Belgio. Una vera e propria operazione che consentì alla famiglia Kuhne di arricchirsi e diventare la più benestante della Germania intera. Klaus-Michael Kunhe, l’uomo che attualmente è il tedesco più ricco con un incredibile patrimonio di 44 milioni di euro, entrò nell’azienda di famiglia a 21 anni, come rivelato da Vanity Fair.
Con lui, l’azienda di famiglia diventò ancor più importante: riuscì infatti a farla diventare una vera e propria potenza mondiale con importanza anche in ambito politico. L’imprenditore avrebbe pagato un indennizzo agli ebrei per via dei crimini commessi dalla sua famiglia ma non avrebbe mai chiesto realmente scusa per quanto avvenuto in passato.