La visita in Italia del Presidente argentino Javier Milei ha scatenato un vero e proprio uragano che ricorda più quello provocato da una rockstar che non da un personaggio politico: ma d’altra parte ci sono state anche reazioni, non del tutto inattese, in senso negativo che dimostrano, al di là delle libere opinioni di ciascuno, un dato fondamentale che purtroppo persiste nel nostro benamato Paese: quello di una sostanziale ignoranza nei confronti non solo dell’Argentina, ma di tutto il Continente latinoamericano, cosa che noi denunciamo da sempre. Arricchita questa volta anche da una cittadinanza italiana, ottenuta sia da Milei che dalla sorella (che in pratica, non si sa come mai, è Segretario di Stato senza aver nessuna caratteristica di statista che possa definirla tale) perché discendenti di un nonno nato in Calabria, e quindi di seconda generazione, fatto che ha scatenato vibrate proteste di chi invece non batte ciglio sul mercato metafisico che coinvolge i milioni di italiani farlocchi di generazioni lontanissime e che, senza parlare la nostra lingua, fanno parte di una nazione che però nega questo diritto a chi in Italia ci è nato (da genitori stranieri), parla la nostra lingua, studia o lavora qui ma deve attendere il compimento del diciottesimo anno per ottenerla…, ma reagendo se un discendente quasi diretto, come Milei, la ottiene.
Diciamo subito che l’arrivo del Presidente argentino e la sua visita non erano nel protocollo dell’ufficialità, ma dietro un invito di Giorgia Meloni a partecipare alla manifestazione “Atreju” che ogni anno viene organizzata da Fratelli d’Italia: Milei ha comunque potuto incontrare diversi titolari sia di imprese che di unità finanziarie e quindi stringere accordi importantissimi per l’Argentina e approfondire ulteriormente quel progetto, iniziato nel mese di febbraio nel corso della sua prima visita nel nostro Paese, e concepito dall’ex Cancelliera Diana Mondino (fatta fuori recentemente e inspiegabilmente dalla sua carica) per una collaborazione profonda sia a livello economico che culturale tra i nostri due Paesi con un interscambio commerciale molto più importante dell’ “accordo” raggiunto la settimana scorsa tra Mercosur e Ue che ancora non si sa bene né cosa sia e nemmeno se potrà essere confermato dopo le votazioni sia di Bruxelles che di ogni singolo Paese, sul quale abbiamo già scritto recentemente.
Ciliegina sulla torta del tour mileiano l’ottenimento del premio “Milton Friedman” che ha ritirato venerdì scorso nella sede del quotidiano Il Tempo e che gli è stato assegnato per i risultati economici ottenuti durante il primo anno di presidenza. Difatti quello che viene definito un “miracolo” riguarda sopratutto l’economia macro, con un’inflazione che ha raggiunto dati mai visti, inferiori attualmente al 3% mensile, in un Paese che per più di un ventennio ha navigato su numeri a due cifre. Inoltre, l’abbassamento del rischio Paese e una Banca centrale finalmente fuori da una crisi storica, al punto di attirare investimenti da tutto il mondo come non accadeva dal 1981.
Certo è che non è tutto oro quello che luccica, anche se, secondo dati dell’Uca (Università Cattolica Argentina), nell’ultimo trimestre di quest’anno il tasso di povertà e quello dell’indigenza hanno registrato una significativa diminuzione (49,9% e 11,6%), mentre, inspiegabilmente, mancano interventi decisi sui prezzi al consumo e, considerando il superavit fiscale, non si registrano manovre decise nel settore di una sanità pubblica ormai allo sbando (come la nostra d’altronde).
Per quanto riguarda invece sia la giustizia che la lotta alla corruzione, questo primo anno hanno registrato interventi assolutamente al contrario di quanto urlato in campagna elettorale, che stanno portando fortissime critiche anche da parte dello stesso Movimento Lla (La Libertad Avanza) fondato da Milei.
Nonostante questi ultimi dati si è assistito in questi giorni italiani” a una vera e propria “beatificazione” del Presidente argentino, che oramai ha coinvolto quasi totalmente diversi personaggi del Governo Meloni, prima critici nei suoi riguardi, ma ora decisamente fans con elogi sperticati al suo operato. È indubbio che dopo solo un anno, e anche per il baratro ricevuto dal precedente Governo perokirchnerista, il bilancio possa considerarsi positivo perché ottenuto in tempi così brevi: ma c’è ancora parecchio da fare, soprattutto anche a causa di una crisi interna che, come avevamo preannunciato tempo fa, è esplosa con la Vicepresidente Victoria Villaruel e che si è ulteriormente aggravata in questi giorni, con l’allontanamento da parte di quest’ultima del Senatore kirchnerista Kuieder, colpevole di esportazione illecita di capitali creando società di comodo e anche scoperto in fuga in Paraguay con oltre 200.000 dollari. A questo bisogna aggiungere la conferma della condanna a sei anni di carcere inflitta all’ex Presidente Cristina Fernandez de Kirchner in uno dei dieci processi che deve affrontare: confermata in prima istanza, la pena però viene continuamente rimandata nel suo definitivo giudizio in Cassazione, cosa che sta approfondendo la crisi interna già citata e che necessita di una soluzione rapida anche per mantenere la stabilità politica.
Di certo dovremo attendere ancora del tempo per giudicare l’operato di Milei e quindi valutare con attenzione giudizi che, benché in maggioranza lo abbiano portato sugli altari, in parte lo vorrebbero nella polvere: rispettando una tradizione, tutta italiana, fatta di illusioni e delusioni partorite spesso, lo ripetiamo, senza la necessaria cultura e informazione che invece dovrebbero essere attuate, ma che ormai appartengono a una cultura, sia politica che mediatica, sparite dalla circolazione e trasformate in liti da assemblea di condominio.
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