Stella Kyriakides, commissaria dell’Ue, nel corso di un intervento al Consiglio di Sanità, ha lanciato l’allarme in merito alle differenze che i vari Paesi membri rilevano nell’ambito dell’accesso a farmaci innovativi per le cure di diverse patologie. I dati presentati dall’esperta, come riportato da Quotidiano Sanità, sono infatti preoccupanti: “Si va dal 90% in alcuni Stati occidentali e più grandi al 10% nei paesi orientali e più piccoli, ma non possiamo avere cittadini o pazienti di prima e seconda classe”.
È da tempo che nel gruppo si discute del tema in questione, ma dei provvedimenti non sono ancora stati presi. È per questo motivo che la Commissione per la Salute ha proposto una riforma del settore, che prevede diverse novità. “In primo luogo, vogliamo creare un mercato unico per i medicinali in cui tutti i pazienti in tutta l’Ue abbiano accesso tempestivo ed equo a farmaci sicuri, efficaci e convenienti. In secondo luogo, vogliamo continuare a garantire che l’Ue sia un luogo attraente per l’innovazione e promuovere la competitività della nostra industria farmaceutica”, ha spiegato.
La riforma della sanità dell’Ue avanzata da Stella Kyriakides
Le iniziative che Stella Kyriakides ha annunciato per rendere i farmaci innovativi più accessibili in senso ampio all’interno dell’Ue sono diverse e riguardano sia gli aspetti logistici relativi alla distribuzione sia quelli strettamente economici. “Le nostre proposte di riforma prevedono: accesso più ampio ai farmaci, attraverso un sistema di modulazione degli incentivi che premi l’innovazione e l’offerta in tutti gli Stati membri; farmaci a prezzi accessibili, grazie alla disponibilità anticipata di farmaci generici e biosimilari; un quadro normativo competitivo a livello globale con strumenti che accoglieranno terapie all’avanguardia, autorizzazioni più rapide e semplificazione”, ha spiegato.
In questo modo le persone che ad oggi non riescono a curarsi in modo soddisfacente e coerente con i tempi attuali, avrebbero modo di accedere all’assistenza in questione. Le stime della commissaria rivelano che ad essere coinvolti sarebbero ben 60-70 milioni di pazienti in più. La strada però è lunga.