“NELLO TROCCHIA E SARA GIUDICE NON MOLESTARONO COLLEGA”
Nessuna violenza sessuale o minaccia ai danni della collega: si chiude con un’archiviazione l’inchiesta nei confronti di Nello Trocchia e Sara Giudice. I due giornalisti erano stati accusati di aver molestato la collega al ritorno da una festa in un locale di Roma. La donna aveva raccontato di essere stata toccata e baciata sul taxi che aveva preso con la coppia e che i due avrebbero insistito per convincerla a salire a casa loro, approfittando del fatto che fosse in uno stato confusionario per i cocktail che aveva bevuto. Peraltro, sospettava che avessero sciolto qualche sostanza nei suoi drink, circostanza che non ha trovato riscontro nelle analisi effettuate.
Trocchia e Giudice hanno sempre respinto le accuse, ora hanno avuto ragione dalla magistratura, perché le accuse sono risultate insussistenti. Infatti, il gip di Roma ha accolto la richiesta di archiviazione della procura. Il gip ha concluso che non sono emersi elementi per i quali si poteva prevedere di arrivare a una condanna degli indagati, come concluso dallo stesso pm, le cui argomentazioni sono state quindi condivise.
Il gip nel provvedimento ha scritto che quella sera vi furono atti sessuali tra i tre, che avevano tutti bevuto ed erano quantomeno brilli, ma non vi furono violenze fisiche o minacce, smentite anche dalla testimonianza dell’uomo alla guida del taxi. Per il gip non è neppure necessario eseguire nuovi esami tossicologici né risentire la presunta vittima, le cui dichiarazioni erano state raccolte in occasione della denuncia.
SARA GIUDICE DOPO L’ARCHIVIAZIONE DEL GIP
Si chiude così una vicenda che per Nello Trocchia e Sara Giudice è stata usata per mettere in piedi una “campagna di mostrificazione” contro di loro, perché ritenuti “nemici del governo“. Per la giornalista televisiva, che ha lavorato a Piazzapulita e ha perso la possibilità di lavorare in Rai a causa di tale denuncia, era sufficiente dare uno sguardo alle carte per capire che la denuncia contro di loro era infondata e per rendersi conto delle contraddizioni che caratterizzavano questa vicenda. Ne ha parlato al Corriere, spiegando che si è parlato di stupro di gruppo, quando in realtà pure il tassista ha smentito che vi sia stata violenza fisica.
Per Sara Giudice, “l’obiettivo era sporcare la nostra credibilità“. La giornalista ha fatto riferimento a “titoli infamanti” e “articoli diffamatori“, segnalando che lei e il compagno hanno subito “attacchi violenti e ingiustificati“. Peraltro, della loro vicenda si è pure occupato il ministro della Giustizia Carlo Nordio, un’esagerazione per Giudice, sorpresa dal fatto che un ministro, mentre si registra l’emergenza suicidi in carcere, arriva a occuparsi in Senato di due giornalisti. In merito all’eventualità di denunciare l’accusatrice per calunnia, la giornalista ha precisato che le false accuse non inquinano la battaglia contro la violenza sulle donne, anche se si fa qualche passo indietro, ma comunque non lasceranno cadere nel vuoto l’accaduto.