Si torna a parlare del caso choc della neonata rapita a Cosenza stamane a Storie Italiane, e in collegamento vi era anche oggi il vicequestore Presti, che ha raccontato alcuni dettagli in merito alla indagine tempestiva che ha permesso di risalire alla coppia diabolica che aveva rapito la neonata: “Appena è giunta la segnalazione alla sala operativa, giunta con quasi un’ora di ritardo dal rapimento, abbiamo dato massima priorità e giusto peso. Abbiamo costituito una squadra diretta dalla procura di Cosenza e immediatamente abbiamo preso contatti con i testimoni diretti anche per un approccio umano. Sembrava una storia assurda, da un romanzo, ma non è mai stato sottovalutata e quando è stata riscontrata dalle videocamere di sorveglianza abbiamo messo in campo tutto ciò che potevamo”.
Il vicequestore ha proseguito: “Abbiamo risolto il caso in meno di tre ore perchè la rapidità era alla salvaguardia di una bimba di meno di un anno. Utili alcuni elementi come la macchina e i cerchi in lega per ritrovare la coppia, ma non è stata solo la macchina. Si è capito subito che non vi era alcun correlamento con il vissuto delle vittime e poi in questi casi le telecamere sono fondamentali. Dobbiamo capire se emersa qualche complicità, non possiamo escluderlo e dobbiamo andare avanti al 100%”. Riccardo Signoretti, intervistato da Storie Italiane, si domanda giustamente cosa avessero pianificato per il dopo queste persone, come avrebbero gestito la vicenda, se dovevano scappare all’estero, se avessero dei documenti falsi e cosa avrebbero detto ai pazienti tenendo conto che sui social avevano annunciato l’arrivo di un bimbo, Ansel, per poi rapire la neonata, la piccola Sofia.
NEONATA RAPITA A COSENZA “QUANDO SIAMO ENTRATI IN QUELLA CASA…”
Storie Italiane ha poi parlato con il commissario della polizia Sole “In quell’abitazione si stava festeggiando l’arrivo di un nascituro, un maschietto, tutto faceva presagire che ci fosse un bimbo, a cominciare dal fiocco azzurro presente sulla porta, i confetti azzurri, i dolci… tutto lasciava intendere che all’interno di quelle mura vi fosse un piccolo ometto nato qualche giorno prima”. E ancora: “Quando i parenti ci hanno visti sono rimasti di soppiatto, esacerbati dalla presenza della polizia di stato. Appena mi hanno aperto ho messo un piede fra lo stipite e la porta stessa, e sono rimasti increduli, che non sapessero nulla, così ci è sembrato”.
E ancora: “Sono rimasti sconcertati, e poi ho chiesto dove fosse la bambina, per poi indicare la stanza dove c’era la culla dove riposava la piccola Sofia. E’ un momento liberatorio, di festa, di gioia, di gaudio e poi prendere in braccio quel batuffolo e tenerlo stretto a mo di protezione”. Anche la poliziotta che ha abbracciato la mamma di Sofia ha raccontato le sue prime sensazioni, ovviamente un momento molto emozionante, anche perchè non c’è incubo peggiore per una madre di vedere il proprio figlio rapito.
NEONATA RAPITA A COSENZA, COME HANNO POTUTO AGIRE INDISTURBATI?
Eleonora Daniele si domanda come mai questa coppia abbia potuto agire in maniera indisturbata, visto che ha agito “alla luce del sole”, entrando nella clinica, prendendo in braccio la neonata e poi portandola in auto. I due sono entrati dall’ingresso principale, senza che nessuno si insospettisse di nulla: “Dobbiamo essere scrupolosi e accertare il quadro, ma fino ad ora non è emerso un coinvolgimento di altri ne tanto meno di un coinvolgimento interno, perchè devo rassicurare anche gli altri pazienti”.
Un piano diabolico e imprevedibile che probabilmente nessuno si sarebbe potuto immaginare. Sul fatto che avessero annunciato un bimbo per poi rapire una neonata: “Questo è un cortocircuito che va accertato – aggiunge Presti – ma alla fine hanno optato per prendere un bimbo con un sesso diverso per non far crollare il loro castello di carta”. In studio a Storie Italiane fanno notare l’attività decisamente grossolana, ma anche l’assoluta serenità con cui hanno portato a termine il loro piano: “E’ necessario capire se hanno aggiunto da soli e come questa attività è stata preparata”.
NEONATA RAPITA A COSENZA, PARLA IL PAPA’ DELLA BIMBA
Il commissario Claudio Sole aggiunge che Aqua Moses, il marito di Rosa, sarebbe apparso confuso, scuotendo solo la testa, mentre la stessa rapitrice avrebbe detto di aver perso di recente un bimbo “Cercando di rendere più umano il suo gesto”, precisa ancora il vicequestore Presti, che ha anche confermato: “Che aveva tentato di rapire un altro bimbo”.
Storie Italiane ha potuto parlare anche con il papà della neonata Sofia: “L’importante è che l’hanno trovata e che sta bene, sono state tre ore bruttissime. E’ entrata questa signora in camera dicendo di essere una infermiera, ha detto che la bimba andava cambiata dopo di che non tornava più e dopo due minuti ci siamo accorti che non era più in clinica. Era vestita indi nero con una mascherina, dicendoci che doveva cambiare la bimba e noi ci siamo fidati. Dopo quei venti minuti abbiamo scoperto che la bimba non era in clinica e quindi abbiamo chiamato i carabinieri e poi hanno visto subito le telecamere”