Il lavoro gli ha salvato la vita, quella che rischiava di perdere quando suo padre ha provato ad ammazzarlo insieme alla madre e alla sorella. Nicolò Maja, superstite della strage di Samarate, parla della sua rinascita in occasione di un intervento a Napoli a “Women for Women against Violence-Camomilla Award“. Il 25enne ha trovato lavoro, con contratto a tempo indeterminato, presso il colosso del settore aerospaziale Leonardo, coronando un sogno che aveva da bambino, quella dei velivoli.
Quando nel maggio 2024 il padre ha distrutto la sua famiglia, stava studiando per diventare pilota di aerei e aveva già preso il brevetto. Il lavoro lo sta aiutando a riavviare la sua vita, mentre il padre Alessandro Maja sconta la condanna definitiva all’ergastolo per aver ucciso a martellate la moglie Stefania Pivetta e la secondogenita di 16 anni, Giulia.
Ha aggredito anche Nicolò Maja, riducendolo in fin di vita, ma grazie anche al sostegno dei nonni materni, sta seguendo un percorso di riabilitazione fisica e psicologica, che ha la costruzione di una carriera tra le sue tappe.
IL MESSAGGIO DI NICOLÒ MAJA AL PADRE
Ad annunciare l’assunzione di Nicolò Maja da parte di Leonardo era stato il manager Antonio Liotti, che nell’azienda ricopre la carica di chief people & organization officer, in occasione dell’evento sopracitato, e che è stato recentemente trasmesso su Rai 2. Nicolò Maja, premiato sul palco, si è rivolto al padre Alessandro, ammettendo di non riuscire ancora a capire perché riesce ancora a chiamarlo papà dopo quello che ha fatto. “Non riesco ad accettare che sia stato proprio tu a rovinarmi la vita in questo modo“, le parole riportate da Il Giorno.
Nicolò Maja ha ricordato al padre che gli ha tolto le persone a cui più teneva, tanto che ora convive con un vuoto incolmabile, impossibile da riempire. “All’inizio, pensavo ci fosse ancora un piccolo spazio per te nel mio cuore, nonostante tutto“. In realtà, ora appartiene solo alla madre, alla sorella, ai nonni e a tutti coloro che gli hanno dato supporto. “Dicevi che avevi paura di essere un fallito: ora te lo posso dire, lo sei diventato“. Quel giorno si è trasformato da padre ad assassino, “ed è così che verrai ricordato“. Il suo intervento si è concluso con una domanda: “Non riesco a smettere di chiedermi: come posso perdonarti, papà?“.