Rischiano la condanna i genitori che hanno deciso di far nascere la loro figlia nonostante il parere dei medici fosse contrario. L’episodio si è verificato in quel di Trento e ne hanno parlato nelle scorse ore sia Repubblica, quanto Fanpage, sottolineando come la piccola sia nata con un’asfissia neonatale che le ha causato dei danni permanenti. Ecco perchè sia mamma quanto papà rischiano ora una condanna, così come le due ostetriche che erano presenti in occasione del parto della povera bimba.
A chiedere che i due vengano condannati è stata la pubblico ministero Alessandra Liverani, che parla di lesioni colpose gravissime, “insanabili”. L’episodio è avvenuto sette anni fa, a settembre del 2017, un parto podalico avvenuto in casa a Trento, che ha portato appunto a dei danni serissimi e che “sono legati al comportamento dei genitori e delle due ostetriche”, spiega ancora il pubblico ministero.
PARTORISCE NONOSTANTE PARERE CONTRARIO MEDICI: COSA È SUCCESSO
Ecco perchè la richiesta di condanna davanti al giudice Greta Mancini: tre mesi per ogni genitore, mentre sei e nove mesi per le due ostetriche che hanno assistito al parto. A una delle due donne è stato inoltre contestato il reato di falso in atto pubblico in quanto, secondo l’accusa, avrebbe modificato la cartella ostetrica di modo da rendere meno grave la sua posizione nonché quella della collega, modificando l’orario (posticipandolo), delle fasi salienti del parto.
Inoltre, nel processo, la parte civile ha chiesto un milione di euro di risarcimento in attesa di una maggiore quantificazione dei danni della piccola che oggi ha 7 anni. Come ricorda Fanpage, quando un bambino si trova in una posizione podalica, quindi con i piedi verso “l’uscita” e non con la testa, come dovrebbe essere normalmente, si interviene con un parto cesareo per facilitare l’estrazione del corpicino. In caso di nascita in quella posizione, infatti, si rischia di creare delle lesioni al neonato se non addirittura che nasca morto.
PARTORISCE NONOSTANTE PARERE CONTRARIO MEDICI: COSA SPIEGA LA PM
Secondo quanto spiega la procura i due genitori “erano a conoscenza della posizione podalica della bimba, consapevoli che questo potesse comportare eventi avversi con gravi conseguenze, e infatti i medici del Santa Chiara avevano detto loro di andare in ospedale al travaglio per il parto cesareo”. Avevano comunque “la possibilità di impedire l’evento” recandosi in ospedale, “anche in un punto avanzato del travaglio”.
Così “non si sarebbero verificati i gravi danni che persisteranno sempre” per la piccola. Le due ostetriche sono invece accusate di non aver compreso al meglio la gravità della situazione, chiedendo il trasferimento della donna presso l’ospedale di Santa Chiara non tempestivamente. Le due professioniste hanno infatti avvertito il 112 ma solo a distanza di 15 minuti dal parto già avvenuto, un lasso di tempo che secondo la pm avrebbe causato delle gravissime lesioni alla neonata. Si attende quindi l’esito del processo per capire se i due genitori verranno giudicati colpevoli o meno.