II pubblico ministero di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio e quindi il processo ad alcuni degli ex vertici della Juventus, per il noto caso delle plusvalenze, a cominciare dall’ex presidente Andrea Agnelli, nipote dell’Avvocato. Lo scrive il quotidiano Il Messaggero nelle ultime ore, ricordando come la richiesta avvenga nell’ambito della famosa inchiesta “Prisma” appunto sulle plusvalenze della Juventus, passata da Torino a Roma. Oltre all’ex numero uno bianconero, coinvolti anche l’ex vice presidente Pavel Nedved, ma anche il direttore sportivo Fabio Paratici e Maurizio Arrivabene, all’epoca dei fatti, amministratore delegato della società calcistica di Torino.
Nei confronti delle persone per cui è stato chiesto il rinvio a giudizio e il processo (circa una decina), vi sono le accuse di aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e false fatturazioni. Il nocciolo centrale della questione restano sempre le accuse di plusvalenze fittizie alla Juventus, ma anche la nota vicenda degli stipendi dei calciatori durante la pandemia di covid, movimenti di denaro che non sarebbero molto chiari, o che risulterebbero ufficialmente come in realtà non lo sono.
PLUSVALENZE JUVENTUS, CHIESTO RINVIO A GIUDIZIO: IL PROCESSO SPORTIVO CONCLUSOSI CON LA PENALIZZAZIONE
Il processo nei confronti dei vertici della Juventus per plusvalenze era iniziato ovviamente a Torino ma a settembre del 2023 era stato spostato a Roma per incompetenza territoriale. Ricordiamo che a maggio di un anno fa si era chiuso il processo sportivo nei confronti dei bianconeri, con la squadra che era stata penalizzata di 10 punti in classifica da parte della Corte d’appello della Federcalcio, dopo che in primo grado la penalizzazione era stata di 15 punti (sentenza contro cui la Juventus aveva presentato ricorso).
La Corte d’appello federale aveva inoltre prosciolto sette dirigenti della Juventus, fra cui Pavel Nedev, per cui il procuratore federale aveva invece chiesto otto mesi di inibizione. Una volta conclusosi il dibattimento sportivo era quindi iniziato quello penale, per cui oggi è appunto arrivata la richiesta di rinvio a giudizio da parte del board dirigenziale Juventus all’epoca dei fatti.