Era stato ribattezzato l’angelo di Milano, un misterioso benefattore che da anni aiutava le persone senza mai palesarsi in pubblico, come si dovrebbe fare del resto, e si chiamava Roberto Bagnato. Il suo nome è stato rivelato nelle scorse ore dal Corriere della Sera alla drammatica notizia della sua morte: era infatti malato da tempo e ieri ci ha purtroppo lasciati dopo anni di beneficenza dietro le quinte.
L’angelo di Milano, o angelo invisibile come era stato ribattezzato, non voleva apparire e nel contempo cercava di combattere la troppa indifferenza della città meneghina, ma in generale dei tempi moderni, nei confronti dei bisognosi: dal malato, al disperato che aveva perso lavoro e non poteva pagare l’affitto, o chi non riusciva a permettere ai propri figli di avere una vita dignitosa. Ogni qual volta captava un “segnale d’allarme” lui interveniva, facendo del bene. Roberto Bagnato era nato nel 1958, avrebbe quindi compiuto 67 anni quest’anno, e si era laureato alla prestigiosa università Bocconi di Milano.
ROBERTO BAGNATO È MORTO, QUELL’ARTICOLO DEL 2012…
Viene descritto dal Corriere come esperto di finanza nonché come un ex funzionario di banca, e probabilmente godeva di un buon compenso viste le numerose azioni di beneficenza portate a termine negli anni. La sua storia era venuta a galla sempre sul quotidiano di via Solferino il 29 giugno del 2012, quando appunto l’Angelo di Milano venne “scoperto”: la redazione fu tempestata di richieste, tutti volevano conoscerlo e soprattutto erano in tanti ad averne bisogno.
Ieri purtroppo Roberto Bagnato ci ha lasciati a causa di un raro tumore che lo aveva colpito anni fa e verso cui non vi era una cura. Era proprio il Corriere della Sera la sua fonte da cui attingere notizie: ogni qual volta “annusava” una persona che aveva bisogno di aiuto, lui chiamava e interveniva.
ROBERTO BAGNATO È MORTO, IL CASO DI AHMED MALDIS
In questi anni ha aiutato la pensionata che mangiava alla Caritas, ma anche il bimbo che doveva essere operato e i cui genitori non avevano soldi, o chi dormiva in auto dopo aver perso il lavoro, ma anche il nonno rimasto senza casa, e anche gli ex manager caduti in disgrazia. Lui c’era e quando poteva interveniva.
Un caso è quello ad esempio del 19enne Ahmed Maldis, un artista dal talento purissimo che però non poteva permettersi la Naba. La sua storia ha avuto la fortuna di finire sul Corriere e allora Roberto Bagnato l’ha letta ed è intervenuto, pagandogli tutti gli studi e permettendo allo stesso Ahmed di lauerarsi con 110 e lode. Il mantra dell’Angelo di Milano era che non esiste la provvidenza, ma bisognava semplicemente attivarsi e fare, ma soprattutto fare ciò che è giusto e chi ha di più dovrebbe fare qualcosa per gli sfortunati che hanno di meno.
ROBERTO BAGNATO È MORTO, PERCHÈ LO FACEVA?
Ma perchè lo faceva? Si starà giustamente domandando qualcuno, e il motivo è semplice: la gratitudine. Ogni volta che faceva del bene, lo ricompensava vedere il sorriso o il più delle volte le lacrime delle persone, un po’ come quando fai un regalo a Natale e aspetti di vedere la reazione del destinatario del regalo. Ecco per lui ogni volta che aiutava una persona era come il 25 dicembre. Un solo rammarico, quello di non essere riuscito a coinvolgere altre persone come lui, altri uomini o donne facoltosi che nell’anonimato aiutavano gli altri, i più bisognosi, gli invisibili come li chiama qualcuno.
Negli ultimi tempi le sue condizioni fisiche si erano aggravate e un anno fa era stato costretto a prendere una carrozzina, non riuscendo più a camminare. Un’occasione che non gli aveva fatto perdere il sorriso: “Non si è mai visto un angelo girare su una sedie a rotelle”, diceva al Corriere della Sera, e probabilmente quello è stato il suo saluto.