Fra Trump e Putin non sarà così facile mettersi d’accordo. Il presidente USA, di fronte a una risposta negativa del capo del Cremlino in merito al piano americano per pacificare l’Ucraina, potrebbe rispondere appesantendo le sanzioni nei confronti dell’economia russa, in particolare sul petrolio. Difficile, spiega Giorgio Battisti, già comandante del Corpo d’armata di reazione rapida (NRDC-ITA) della NATO in Italia e capo di stato maggiore della missione ISAF in Afghanistan, che Trump arrivi a pensare di inviare soldati a combattere nello scenario ucraino. Più facile che ricorra, appunto, alle “armi economiche”. Il negoziato, comunque, sarà solo tra russi e americani. E se Putin ha già fatto presente le sue richieste e gli aspetti per lui inaccettabili del piano Trump, anche il tycoon ha bisogno di uscire dalla trattativa ottenendo qualcosa: non vuole iniziare i suoi quattro anni di presidenza con una sconfitta.
Secondo Bloomberg, ma poi la notizia è stata confermata da Scott Bessent, nuovo segretario al Tesoro dell’amministrazione USA, Trump sarebbe pronto ad aumentare notevolmente la pressione su Putin introducendo pesanti sanzioni sul petrolio russo, dopo quelle già ordinate da Biden. Se la Russia dirà no all’accordo di pace, gli Stati Uniti sfodereranno le “armi economiche”?
Gli americani hanno già sanzionato 183 navi ombra che trasportano petrolio russo, tant’è vero che la Cina non le fa più attraccare. Sono registrate in Paesi dei tropici o in altri ancora. Bisogna capire se resta uno dei colpi di coda del presidente Biden o se Trump continuerà su questa strada. Trump aveva detto che se fosse stato eletto presidente avrebbe risolto il conflitto nel giro di un giorno, ma Putin ha dichiarato che non accetterà mai il piano del nuovo presidente americano, cioè un congelamento del conflitto sulla linea del fronte attuale, modello Corea. Il Cremlino vuole un riconoscimento dell’annessione dei quattro oblast dichiarati russi l’anno scorso e che l’Ucraina sia neutrale, senza truppe NATO, creando una zona cuscinetto tra i due Paesi.
Trump a tutto questo potrebbe reagire aumentando le sanzioni?
Penso che lanci già messaggi a Putin, mettendolo in guardia su quello che potrebbe succedere: l’inasprimento delle sanzioni potrebbe danneggiare notevolmente la Russia, la cui economia, secondo alcuni analisti, inizierebbe a risentire pesantemente degli effetti della guerra, a maggior ragione se il petrolio russo dovesse avere ulteriori difficoltà a raggiungere i porti cinesi. Come dicevo, 183 navi sanzionate sono tante. Per la Russia significano una perdita in termini di introiti molto consistente.
I cinesi sembrano particolarmente sensibili al tema sanzioni. È già successo che abbiano bloccato dei pagamenti bancari verso la Russia. Potrebbero prestare il fianco a Trump in questo senso?
I cinesi non vogliono avviare una nuova guerra commerciale con gli USA di Trump, che non manderà mai truppe occidentali sul territorio ucraino per combattere perché significherebbe estendere il conflitto con conseguenze imprevedibili. Però inasprirà ulteriormente questi provvedimenti di carattere economico. L’intelligence statunitense, del resto, avrà sicuramente notizie più aderenti alla realtà dell’economia e della società russa, informazioni in base alle quali si decide il da farsi.
Russia e Iran intanto hanno firmato un partenariato strategico-globale. I rapporti più stretti tra Mosca e Teheran incidono anche sullo scenario ucraino?
L’accordo è solo l’ulteriore formalizzazione degli ottimi rapporti tra i due Paesi. L’Iran, anche se nega, da anni fornisce due categorie di droni, tra cui i Shahed, che vengono usati per bombardare poi l’Ucraina. L’Iran ha subito delle battute d’arresto in Medio Oriente e dopo i bombardamenti israeliani penso che debba ricostruire quasi tutta la difesa aerea. Teheran teme l’arrivo di Trump, che si è già espresso più di una volta a favore di un eventuale attacco anche ai siti nucleari iraniani: l’Iran, d’altra parte, in questo momento si trova un po’ scoperto, anche perché non può più contare sulla Siria, che quantomeno faceva da cuscinetto virtuale per la difesa aerea.
L’accordo serve più all’Iran che alla Russia?
Penso di sì. La Russia già riceve il supporto di cui ha bisogno: i droni. Poi bisogna vedere cosa si scambiano davvero: gli iraniani sono in grado di produrre missili balistici. Mosca, inoltre, può fare conto sui materiali e l’equipaggiamento fornito dalla Nord Corea. I russi, invece, possono far pesare, a favore dell’Iran, le loro capacità tecnologiche. Credo che questo sia il timore di USA e Israele, cioè che Mosca possa mettere a disposizione di Teheran le capacità per arrivare a ottenere armi nucleari.
Intanto in Ucraina sono state effettuate 200 perquisizioni contro renitenti alla leva: l’esercito di Kiev ha un bisogno disperato di uomini.
Da più fonti sappiamo che ci sono più di 500mila giovani ucraini in età di servizio militare che sono fuori dai confini, che sono scappati. Non per niente gli americani hanno spinto per abbassare il limite di età per la chiamata alle armi ai 18 anni, in modo tale da avere i 400-500mila uomini in più per combattere sul fronte. Una richiesta che ha dato origine a un’altra ondata di fughe dal Paese. Ci sono filmati e testimoni che documentano i rastrellamenti casa per casa, nelle vie, nei luoghi pubblici per cercare persone da arruolare. D’altra parte molti dei nuovi soldati vengono addestrati per tre mesi e mandati al fronte, mentre per prepararli ci vorrebbe almeno un anno. Inoltre tutti criticano il nuovo comandante dell’esercito Sirsky, che non sembrerebbe prestare molta attenzione alla vita dei propri uomini.
L’Ucraina ha firmato un accordo con il Regno Unito, chiamato “accordo dei cent’anni”. Nel passato recente ha siglato altri accordi bilaterali sulla sicurezza con diversi Paesi, tra cui l’Italia. Si è già costruita una serie di alleanze per il dopoguerra?
Il Regno Unito è sempre stato uno dei più grandi sostenitori dell’Ucraina contro la Russia, un supporto a volte ribadito con aggressività da parte di alcuni rappresentanti politici. L’accordo credo che serva a mettere pressione sulla Russia. Gli inglesi hanno già addestrato 50mila ucraini, cui forniranno anche un nuovo sistema di difesa aerea. Bisogna vedere se fra qualche anno, una volta cambiato il governo britannico, ce ne sarà un altro ancora legato alla causa ucraina. Sono tutti accordi che poi vanno verificati sul campo.
Ora tutti attendono il colloquio fra Trump e Putin. Ci sono troppe aspettative, come dicono anche i russi?
La prima osservazione che viene da fare è che ormai la pace, ammesso che sia tale e non un cessate il fuoco, sarà tra gli Stati Uniti e la Russia, escludendo l’Ucraina, la UE e anche la NATO. Trump ha promesso di risolvere tutto in un giorno, dovrà cercare di ottenere per forza qualcosa, altrimenti inizierebbe i suoi quattro anni di presidenza con un fallimento. Ma bisogna capire anche quanto Putin sia disposto a cedere. Lo sapremo solo quanto inizieranno a trattare: è uno stratega intelligente, ma le sue richieste sono molto forti.
(Paolo Rossetti)
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.