Dopo una lunga serie di discussioni e ragionamenti che si protraggono ormai da parecchi mesi, l’intricato e complesso nodo delle pensioni potrebbe presto fare un importante passo avanti verso una reale soluzione per tutti i lavoratori italiani: a dirlo è – proprio nella giornata di oggi – il sottosegretario al lavoro leghista Claudio Durigon in un’intervista al Giornale, spiegando nel dettaglio come funziona l’implementazione nel sistema pensionistico della cosiddetta previdenza integrativa (ovvero i fondi pensionistici privati) che in questi giorni ha ottenuto l’ok da parte dell’apposita commissione.
Dal conto suo, Durigon mette immediatamente in chiaro che si tratta di “un passo avanti molto importante” specialmente in un contesto economico che muove sempre più nella direzione del “sistema contributivo” perché permetterebbe a chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996 di pensionarsi a 64 anni con 25 di contributi mettendo “a sistema (..) per la prima volta il pubblico e il privato” a favore di un concreto “sostegno al reddito del lavoratore” che non dimentica neppure l’importante “flessibilità in uscita”; il tutto con l’obiettivo di estendere la misura “fin dalla prossima Finanziaria (..) anche al sistema misto” dando una reale risposta “a 80mila lavoratori annui che possono accedere alla pensione”.
Durigon: “Con le nuove pensioni possiamo evitare che si lavori fino ai 67 anni”
Complessivamente, con il nuovo sistema secondo Durigon ci si potrebbe – finalmente – allontanare progressivamente “dei 67 anni della pensione di vecchiaia che sarebbero davvero pesanti” tenendo conto che dietro ogni 67enne ancora impiegato che sempre e comunque “un lavoratore che a quell’età è sempre più a rischio” rendendo del tutto impossibile pensare che a quell’età “un lavoratore possa in qualche modo (..) rimanere all’opera”; specialmente – precisa il leghista – “in alcuni ambiti” come “l’edilizia” e le altre “occupazioni rischiose”.
Prima di chiudere – comunque – per Durigon è necessaria una precisazione contro le “tante corbellerie sui conti dell’Inps a rischio” mettendo in chiaro una volta per tutte che il suo bilancio in realtà è “fortemente positivo per miliardi di euro” grazie agli attuali “24 milioni e 90.000” lavoratori attivi garantiti dal “tasso di occupazione al 62,5%”; il tutto sottolineando che ora è necessario superare il sistema delle quote per scongiurare il rischio “di erogare pensioni povere“.