Mancano poche settimane all‘incidente probatorio sulla Cam3 della farmacia di via del Ciclamino, a Rimini, per tentare di dare un’identità certa al soggetto ripreso dalla telecamera la notte dell’omicidio di Pierina Paganelli, il 3 ottobre 2023.
Si tratta davvero di Louis Dassilva, l’unico indagato per il delitto e in carcere dal luglio scorso nonostante l’assenza di sue tracce sulla scena del crimine? La Procura ne è convinta al punto da ritenere quasi “ininfluente”, nell’economia dell’impianto accusatorio eretto su diversi altri elementi, il peso dell’esperimento giudiziale previsto per l’11 febbraio prossimo (quando il senegalese e il vicino di casa che si sarebbe riconosciuto in quei frame, Emanuele Neri, sfileranno sotto lo stesso occhio elettronico per la comparazione).
Louis Dassilva dov’era all’ora dell’omicidio di Pierina Paganelli? L’ipotesi investigativa
Dove si trovava Louis Dassilva all’ora dell’omicidio di Pierina Paganelli, poco dopo le 22? Secondo la sua versione, sostenuta anche dalla moglie Valeria Bartolucci, era a casa sua, nell’appartamento di fianco a quello della 78enne uccisa, e non sarebbe mai sceso di sotto.
Per gli inquirenti, però, l’alibi fornito dalla coppia sarebbe traballante se non addirittura inconsistente, e la simultanea interruzione del traffico telefonico e Internet sui suoi dispositivi quella notte farebbe ipotizzare che si sarebbe allontanato dall’abitazione per recarsi nei garage sotterranei dove, in quegli istanti, Pierina Paganelli faceva ritorno prima di essere colpita con 29 coltellate. L’indagato ha sempre respinto questa ricostruzione, ribadendo di non aver mai lasciato l’appartamento e di essere rimasto sul divano, mentre la consorte dormiva in camera da letto, per poter tenere su un cuscino la gamba dolorante all’esito di un incidente in moto subito il giorno precedente. L’analisi dei telefoni potrebbe aiutare a risolvere l’interrogativo sull’esatta localizzazione di Dassilva quella notte? La domanda, al momento, è senza risposta.