La scienza è una branca nota per fare passi da gigante nel giro di poco tempo, in grado di ridefinire alcuni concetti base come lo stato della materia. Se fino a poco tempo fa si era convinti che fossero solo tre gli stati della materia -solido, liquido e gassoso- adesso non è più così. Il liquido di spin quantistico getta nuove fondamente nella scienza, rendendo possibile ciò che il premio Nobel Warren Anderson aveva ipotizzato nel 1973. Si tratta quindi di un quarto stadio, analizzato in una ricerca internazionale degli Oak Ridge National Laboratory e riportato sulla rivista specialistica Nature Materials. Ma che cosa comporta esattamente il liquido di spin quantistico? In questo stato, gli elettroni si muovono come se fossero composti da frammenti e la loro struttura assume una proprietà magnetica mai riscontrato in precedenza nella natura. Si tratterebbe quindi di un nuovo punto di partenza che permetterebbe la realizzazione futura di computer in grado di usare la fisica quantistica, dotati di una potenza che supera di gran lunga la portata dei computer attuali, anche quelli più avanzati. La scoperta, riporta Repubblica, aveva trovato terreno fertile già in questi ultimi anni, grazie alle università di Dresda e Cambridge che avrebbero indicato il punto in cui cercare il nuovo stato della materia. Secondo il fisico Pasquale Calabrese, professore della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste, si tratterebbe di un ulteriore passo avanti rispetto alle previsioni di Aderson che fino ad oggi non aveva mai trovato un riscontro pratico. Il materiale in cui si è studiato il liquido di spin quantistico per la prima volta è il cloruro di rutenio ed ha una struttura così sottile che può essere preso in esame solo in un’ottica bidimensionale. Solitamente in un qualsiasi tipo di materiale, gli elettroni presenti tendono a muoversi in un’identica direzione in presenza di un campo magnetico, ma in un liquido di spin quantistico le cose vanno in maniera diversa. In questo caso infatti, anche se il materiale presenta una temperatura vicino allo zero assoluto, gli elettroni continuano a muoversi in maniera autonoma, senza procedere in un allineamento ordinato. E’ questo il punto che permetterà ai microchip di andare oltre l’immagazzinamento di informazioni in forma binaria alternata -ovvero o 0 o 1- e che consentirà l’utilizzo dei due stati, 0 ed 1, nello stesso momento.