COSA DICONO I SONDAGGI POLITICI IN SPAGNA E QUANTO ANCORA LA SINISTRA “PAGA” DAZIO DAVANTI AL CENTRO-DESTRA
In due settimane non sono migliorati ma anzi, i sondaggi politici in Spagna per il Governo Sanchez conclamano la crisi politica ed economica che ormai persiste da mesi (sebbene nelle ultime settimane una lieve ripresa va registrata) per la sinistra a Madrid: di contro, il Partito Popolare di Alberto Nunez Feijoo conferma l’ottima crescita già registrata alle ultime Elezioni nazionali (vinte nel 2023 dal PP ma senza una maggioranza effettiva) e poi in quelle Europee.
Al momento però l’esecutivo socialista “resiste” sull’accordo di Governo con le autonomie locali, su tutte il partito catalano di Puigdemont: i sondaggi però riflettono un sentimento in Spagna di forte critica all’andamento di Pedro Sanchez, con un PSOE che questa settimana chiude al 27% in ulteriore calo di consensi. Nei sondaggi offerti da GAD3 – con interviste tra il 16 e il 23 gennaio 2025 – davanti al partito socialista di Governo troviamo ad un ampio 35% il Partito Popolare di estrazione cattolica, l’architrave del Centrodestra a Madrid sempre più pronto a governare il Paese dalle prossime Elezioni politiche. In maniera ridotta, pesa comunque il distacco anche tra le ali più estreme della destra e sinistra di Spagna: i sondaggi GAD3 vedono infatti Vox di Abascal avanzare fino al 14% doppiando nettamente il blocco Sumar, un 7% che li mantiene comunque davanti allo altro storico movimento di sinistra Podemos (che resta al 4%).
LA DEBOLEZZA DEL GOVERNO, LA CRISI ECONOMICA E IL CAOS-TASSE: SANCHEZ PER ORA RESISTE
Al netto dunque del vantaggio accumulato ormai mese dopo mese dai Popolari di Spagna contro i Socialisti del Premier Sanchez, i sondaggi politici espressi anche in questo inizio 2025 confermano la “resistenza” del Governo nonostante le crisi di una coalizione debole e fragile con Sumar e Podemos. A differenza della precedente legislatura dove il Primo Ministro PSOE lanciava – anche inserito in un “clima” europeo molto più spostato a sinistra – un blocco di riforme progressiste (salario minimo, politiche LGBT, eutanasia etc..), il secondo mandato di Sanchez è frastagliato e sempre più in stallo su praticamente tutte le riforme portate avanti.
Un esempio su tutti, in Spagna vige ancora una speciale proroga sulla Manovra di Bilancio dello scorso anno in quanto un accordo sulla Finanziaria 2025 è tutt’altro che raggiunto, in estremo ritardo rispetto a tutti gli altri Paesi UE. Sanchez cerca di tenere a bada la potente Yolanda Diaz nelle sue istanze ultra-progressiste per cerca di non sparare la variegata maggioranza, con risultato però che nei sondaggi (e nelle previsioni delle prossime votazioni) Popolari e Vox aumentano decisamente spazio di manovra. Le proposte di maggiori tasse per placare la crisi immobiliare non convince l’elettorato, così come l’insistere sulla politiche profondamente pro-LGBTQ sta cominciando a creare più divisioni che applausi, non solo nei partiti dell’opposizione ma anche nel tessuto sociale di un Paese ancora profondamente cattolico.