Il fisco aggrava la tassazione applicabile alle criptovalute per le operazioni 2025. Rispetto alle vecchie disposizioni la Legge 207 approvata lo scorso anno, nel 2024, l’Agenzia delle Entrate ha deciso di abolire l’esenzione fino a due mila euro complessivi, e aumentare le imposte sulle plusvalenze. Le novità sulle operazioni derivanti da criptovalute non terminano qui, infatti le plusvalenze possono essere basate non sull’acquisto originario, bensì sul valore che la valuta digitale assume al momento della conversione (con la possibilità di poter pagare meno imposte).
Cambia la tassazione sulle criptovalute 2025: in che modo?
Sul tema della tassazione criptovalute 2025 sussistono molteplici cambiamenti imposti dal fisco italiano. Le plusvalenze che in passato erano fissate al 26% adesso passano al 33%, e non esiste più il tetto di esenzione di 2.000€ ipotizzato nel 2024.
Dunque anche per coloro che convertono e/o vendono le crypto pur restando sotto ai due mila euro, ora sono obbligati a dichiararle al fisco italiano. In una circolare dell’Ade di due anni fa, risalente al 2023, si specificano quali operazioni rientravano nelle “crypto attività”.
Per crypto attività si fa riferimento ad un trasferimento e a delle operazioni di “business” che fanno capo a delle valute digitali, che sanciscono uno scambio di diritti autorizzato legalmente grazie alla tecnologia adottata dall’intero sistema in questione.
Come calcolare le plusvalenze delle crypto attività
Secondo il legislatore per determinare le plusvalenze delle crypto attività occorre considerare e dunque differenziare il valore di ciascuna valuta e anche il costo d’acquisto originario. Sulla base di tali dati si potrà considerare l’esito di minusvalenze oppure plusvalenza.
Con la nuova Manovra 2025 le operazioni da criptovalute cambiano la tassazione. A partire dal 1° gennaio di quest’anno gli investitori hanno facoltà di scegliere se considerare le plusvalenze sul valore di mercato al momento in cui vende le crypto oppure sul costo originario.
Inoltre soltanto per quest’anno le imposte sostitutive saranno applicate al 18% e non al 26%. Mentre dall’anno prossimo l’aliquota aumenta di quattro punti percentuali, toccando il 30%.