Crescono le commesse di macchine utensili, in particolare nel mercato interno, non a livello di esportazione: a scattare la fotografia della situazione dell’ultimo trimestre del 2024 è l’associazione di categoria UCIMU – Sistemi per produrre. Rispetto allo stesso periodo dell’anno prima, infatti, l’indice degli ordini mostra una crescita dell’11,4%.
Se ci si sofferma sul mercato interno, l’aumento degli ordini è pari al 33,3%. Per quanto riguarda gli ordini esteri, il calo è del 6,5%. Se si tiene conto del totale annuo, la raccolta mostra una percentuale negativa, nello specifico del 5,6% e un calo del 3% degli ordini interni, mentre per le esportazioni è del 7,5%.
ORDINI MACCHINE UTENSILI, L’ANALISI DI UCIMU
Alla luce di tutti questi dati, il presidente Riccardo Rosa ritiene che siamo di fronte a un risultato che è tra i più scarsi tra quelli degli ultimi anni, migliore solo rispetto a quanto emerso nel 2020. Il calo è stato contenuto dall’attività estera, che è stata “sufficientemente florida” per gran parte dell’anno. D’altra parte, rimarca la crescita a doppia cifra registrata nel quarto trimestre 2024, un risultato positivo che rappresenta la dimostrazione che c’è stata una “piccola inversione di rotta” che era stata riscontrata nel precedente trimestre.
Ma ciò non è sufficiente a contenere i timori per l’andamento della situazione, per via della fiacchezza a livello di mercato interno, che stenta a riavviarsi. A ciò si aggiunge il rallentamento evidente degli ordini esteri.
RICCARDO ROSA SULL’INCOGNITA AMERICANA
Riccardo Rosa non si nasconde nella sua analisi sul contesto operativo, visto che ci sono molteplici fattori di incertezza, non solo nel nostro Paese, ma anche all’estero. Ad esempio, non si sbilancia sul ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca: in merito a ciò precisa di non nutrire alcun pregiudizio ed esprime l’intenzione di aspettare di conoscere i suoi piani, anche perché il mercato americano è il primo di sbocco per il settore delle macchine utensili, anche grazie alla collaborazione instaurata nel tempo.
Se l’obiettivo del tycoon è rilanciare la manifattura Usa, allora avrà bisogno dei prodotti italiani. Ma c’è il rebus dazi, che però potrebbe non riservare necessariamente brutte sorprese.
Nella sua analisi, il presidente di UCIMU cita la crisi tedesca, la debolezza europea sull’automotive, la chiusura di mercati importanti come quello russo, il nuovo contesto geopolitico con il mondo diviso in due blocchi e la Cina lontana, motivo per il quale le aziende necessitano di intervenuti nuovi che spingano la loro internazionalizzazione. A tal proposito, fa riferimento a Oficina Italiana de Promocion Mexico, un’iniziativa lanciata nella seconda parte dell’anno scorso per aiutare le imprese in un mercato che ha un grande potenziale.
UCIMU, L’APPELLO AL GOVERNO
Per quanto riguarda il mercato italiano, Riccardo Rosa conferma che sono stati riscontrati dei cambiamenti nell’ultima parte dello scorso anno, ma ammette pure che l’attività è stata debole. Il presidente di UCIMU ridimensiona la soddisfazione per i risultati, spiegando che le ragioni sono due: il confronto è con i dati dell’ultimo trimestre dell’anno prima e non bisogna sottovalutare il fatto che la raccolta è più corposa nell’ultimo periodo.
D’altra parte, è fiducioso per questo nuovo anno, preannunciando uno slancio per la domanda interna. L’intervento di Rosa termina con un appello al governo affinché si occupi su un piano di politica industriale anche per accompagnare lo sviluppo del manifatturiero a livello digitale. Ad esempio, bisogna spingere sulla sostituzione delle macchine obsolete e premiare le aziende che investono nei sistemi più moderni. Infine, conferma la disponibilità a interloquire col governo sul tema.