Un recentissimo studio (che ha basi puramente teoriche ed ipotetiche) ha cercato di mettere in discussione tutte le idee a cui siamo abituati quando parliamo di alieni, ipotizzando che una presunta forma di vita extraterrestre potrebbe tranquillamente essere in grado di vivere agilmente anche in assenza di un pianeta di supporto: un’ipotesi certamente interessante e che – appunto – per ora non trova ancora alcuna prova concreta a suo supporto; ma che potenzialmente potrebbe aprire le porte a nuove strade per la sopravvivenza nello spazio per noi esseri umani, prendo proprio d’esempio questi presunti alieni in grado di sopravvivere anche senza un appoggio planetario.
Facendo un attimo un passo indietro, tutte le attuali ipotesi che conosciamo sull’esistenza degli alieni partono da presupposti che sono – di fatto – tutti puramente umani, immaginando che una qualsiasi altra forma di vita oltre alla nostra abbia bisogno di un terreno fertile e con le giuste condizioni per proliferare, riprodursi e – soprattutto – sopravvivere: tesi (appunto) del tutto umane perché seppur sia innegabile che la vita sul nostro pianeta sia collegata a tutta una serie di fattori chiave – dall’atmosfera, al rapporto di ossigeno-carbonio, passando anche per la gravità -, d’altra parte è anche vero che su questo stesso pianeta esistono forme di vita che si sono adattate a vivere a condizioni che per noi umani sarebbero del tutto impensabili.
Lo studio sugli alieni e la vita fuori dai pianeti: perché potrebbe essere importante anche per noi umani?
E se quegli stessi adattamenti sono stati messi in atto anche da dei presunti alieni, ora in grado di esistere, vivere e proliferare pur non avendo un pianeta ‘favorevole’ sul quale fare affidamento? Proprio da questa domanda si è mosso lo studio pubblicato recentemente sulla rivista Astrobiology che si è chiesto come si potrebbe vivere nello spazio in condizioni inospitali, partendo – peraltro – dalla stessa Stazione Spaziale Internazionale che permette (seppur limitatamente nel tempo e strettamente collegata ai rifornimenti che arrivano dalla Terra) la vita in condizioni extra-planetarie.
Tuttavia, lasciando da parte l’immagine classica degli alieni molto somiglianti agli esseri umani, gli scienziati hanno ipotizzato che quelle stesse forme di vita potrebbero essere decisamente meno evolute, sul modello dei microrganismi tardigradi (che peraltro dal conto loro hanno dimostrato di poter tranquillamente vivere nel vuoto cosmico senza grossi problemi): in tal senso una forma biologica avrebbe ‘solamente’ bisogno di un modo per resistere alla pressione – e l’idea potrebbe essere quella di una sorta di membrana che non permette la fuoriuscita d’acqua e nutrienti – e al calore – qui potremmo riferirci invece alla regolazione del calore corporeo tipica delle formiche argentate del Sahara -, sfruttando l’alta atmosfera di pianeti ed asteroidi per ottenere energia, ossigeno e nutrienti essenziali.
Oltre alla suggestiva ipotesi di alieni in grado di sopravvivere facilmente anche nello spazio, lo studio apre a nuove ipotesi su quella che potrebbe essere la vita umana nello spazio, in grado di proliferare in ambienti biologici completamente autosufficienti e non necessariamente collocati all’interno della struttura dei pianeti; tuttavia d’altra parte è anche vero che per quanto riguarda noi umani l’esistenza non si limita a pochi nutrienti essenziali (luce, calore ed ossigeno) ma richiede anche una serie di fattori per ora non inclusi nelle ipotesi degli scienziati.