L’INTRODUZIONE DEL CARDINALE ZUPPI AL CONSIGLIO PERMANENTE (ALLA VIGILIA DELLA CELEBRAZIONE ECUMENICA)
In vista della Seconda Assemblea Sinodale di fine marzo, la Chiesa italiana si è data appuntamento da oggi 20 gennaio fino al 22 gennaio 2025 per il Consiglio Permanente invernale: sul tavolo della riunione le tematiche centrali del Giubileo 2025, l’aggiornamento sui progetti della CEI per lavoro, giustizia e pace, ma anche un confronto sulle varie realtà politiche che guardano alla presenza dei cattolici nella vita pubblica del Paese.
Il tutto alla vigilia della grande celebrazione ecumenica nazionale che vede per domani – martedì 21 gennaio 2025 – tutti i responsabili delle Chiese cristiane d’Italia riuniti a Napoli presso la Chiesa Valdese: l’appuntamento nel pomeriggio (alle ore 16.15) con la processione verso la Cattedrale cattolica di Napoli, dove si terrà alle ore 18 la Preghiera ecumenica. A presiedere il gesto di unità e pace il Presidente della CEI Card. Matteo Maria Zuppi, i capi delle chiese ortodosse, protestanti, valdesi e copte: presenti per un saluto istituzionale, oltre all’arcivescovo di Napoli, Card. Domenico Battaglia, anche il sindaco partenopeo Gaetano Manfredi. Dopo i richiami di Papa Francesco avvenuti già all’inizio del Giubileo, si celebra con la cerimonia ecumenica di Napoli i 1700 anni dal Concilio di Nicea dove la Chiesa cristiana e il potere politico dell’epoca, l’Impero Romano, raggiungerò una “pax” religiosa e sociale. In nome dell’unità dogmatica contro le eresie anti-cristiane, la celebrazione ecumenica richiama oggi la centralità della Chiesa Cattolica nella sua opera di dialogo e rispetto per tutte le altre confessioni cristiane: «C’è stata una tendenza a rintanarci tra noi, negli ambienti, nella parrocchia, nella comunità», ha spiegato il cardinale Zuppi nel discorso di apertura del Consiglio Permanente della CEI, sottolineando l’impulso opposto di Papa Francesco nello spalancare le porte all’altro, nell’“uscire” anche verso le altre realtà cristiane, «Una Chiesa profetica è una Chiesa che dialoga».
I CATTOLICI IN POLITICA E IL DIALOGO NECESSARIO: COSA HA DETTO ZUPPI DOPO IL WEEKEND DEL “NUOVO CENTRO” DI PRODI E RUFFINI
Secondo il Presidente dei vescovi italiani, nella prossima Assemblea Generale della CEI sarà centrale il tema della pace, già evidenziato in questo inizio Anno Santo inaugurato da Papa Francesco con l’apertura della Porta Santa in Vaticano: il Giubileo infatti coincide con gli 80 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, in una dimensione internazionale che oggi guarda con timore e ansia allo sviluppo delle tante guerre presenti anche molto vicine all’Europa. Come spiega Zuppi aprendo il Consiglio Episcopale Permanente, «La pace è pensarsi insieme e lo scandalo della guerra e della guerra in Europa deve impegnarci tutti a cercare le vie, possibili, del dialogo, per una pace giusta e duratura».
Particolare il passaggio evidenziato dall’arcivescovo di Bologna in merito al dialogo costante che la Chiesa svolge con la società e con la politica: per un mondo che sembra sempre più dirigersi verso un processo di “secolarizzazione” da ogni valore e impegno di fede, l’invito della Chiesa italiana è di poter continuare a dialogare con tutti, fedeli e non, nel cooperare per il bene comune. E così dopo il weekend di importanti convegni – a Milano e Orvieto – di movimenti e correnti cattoliche interne al Partito Democratico, il Presidente della CEI Zuppi guarda con particolare «simpatia» tutti i vari sforzi per una «rinnovata presenza dei cristiani nella vita politica del Paese». Il progetto di Romano Prodi, Graziano Delrio e Ernesto Maria Ruffini – da dentro il Pd – rappresenta solo uno dei tanti tentativi negli ultimi mesi di riavvicinare l’interesse dell’elettorato verso l’area centrista-cattolica-democratica: secondo l’invito della CEI, le simpatie vanno verso questo e tutti i tentativi di porre in dialogo la politica, la comunità e la Chiesa stessa. Tanto in Italia, quanto in Europa: «È importante che ciò avvenga nel tracciato della Dottrina sociale della Chiesa, nella pur legittima pluralità di espressioni politiche». La centralità della Chiesa che dialoga con tutto e con tutti, che possa «parlare, comunicare, ascoltare, interrogare e rispondere», tramite i vari strumenti e “attori” protagonisti presenti (dalle parrocchie ai movimenti, passando per le istituzioni ecclesiali), sempre con l’obiettivo di preservare la vita e la persona, «Se volgiamo lo sguardo all’Italia – ha detto ancora il n.1 della CEI -, troviamo altre situazioni che minacciano la persona, l’unica preoccupazione che chi ama Gesù mette al centro, soggetto delle nostre scelte e preoccupazioni».