Da nove giorni a questa parte la giornalista italiana Cecilia Sala ha fatto perdere ogni sua notizia dopo aver intrapreso un viaggio di lavoro in Iran, riuscendo a comunicare solamente in due occasioni – la prima volta con la madre e la seconda con il compagno e giornalista del Post Daniele Raineri, in entrambi i casi con una brevissima telefonata – la sua condizione di detenzione che ha permesso di mobilitare l’azione immediata da parte della Fernasina per ottenerne la scarcerazione: attualmente non è ancora chiaro quali siano le accuse mosse contro Cecilia Sala, ma è facile immaginare che possano essere in qualche modo collegate ai reportage che ha firmato nella settimana trascorsa in Iran.
Partendo dal principio, rispondendo alla domanda chi è Cecilia Sala possiamo dire che ha 29 anni e che da tempo collabora come feelancer con il quotidiano ‘Il Foglio’, oltre ad essere autrice e voce principale del podcast ‘Stories’ – dedicato, appunto, al racconto di storie provenienti da ogni angolo del globo – pubblicato da Chora Media: negli anni, dopo aver interrotto poco prima della laurea gli studi all’Università milanese Bicocca, ha lavorato per testate come L’Espresso, Vanity Fair, Wired, Vice e Servizi Pubblico; pubblicando anche due differenti libri (‘Polvere. Il caso Marta Russo’ e ‘L’incendio. Reportage su una generazione tra Iran, Ucraina e Afghanistan’).
Chi è Cecilia Sala: cos’è successo alla giornalista arrestata in Iran lo scorso giovedì
Stando a quello che si è riusciti a ricostruire fino ad ora sull’arresto di Cecilia Sala, nella sua permanenza in Iran aveva cercato di raccontare il patriarcato a Teheran raccogliendo il racconto inedito della comica Zeinab Musavi e del fondatore della Guardia rivoluzionaria iraniana Hossein Kanaani; ma – stando a quanto spiega lo stesso Post – l’ultima puntata del Podcast che avrebbe dovuto consegnare prima del suo ritorno in Italia non è mai arrivata negli uffici di Chora.
Cecilia Sala era arrivata in Iran lo scorso giovedì 12 dicembre con un regolare visto lavorativo rilasciato dall’Ambasciata iraniana a Roma per la durata di una settimana; mentre a partire dalla tarda mattinata di giovedì 19 aveva smesso di rispondere al suo cellulare per poi non presentarsi ad un appuntamento che aveva fissato per le ore 13 e non imbarcarsi neppure sul volo di ritorno del giorno successivo per il quale aveva già acquistato il biglietto.
Da giovedì, insomma, nessuno ha più ricevuto informazioni su Cecilia Sala per almeno 24 ore, fino a quando le è stato concesso di fare le due telefonate citate in apertura nelle quali ha riferito di stare bene e di non essere ferita senza aggiungere alcuna informazione; il tutto destando non pochi dubbi dato che – riferisce il Post – avrebbe utilizzato delle espressioni italiane che sono sembrate tradotte dall’inglese e poco naturali: di certo c’è che attualmente la Farnesina è al lavoro (già da venerdì) per ottenerne la liberazione e che lo stesso venerdì 27 l’ambasciatrice Paola Amadei ha intrattenuto con la giornalista un breve incontro nel carcere di Teheran.