Non è finito lo scandalo Pandoro-gate e Uova di Pasqua griffati Chiara Ferragni: la fashion blogger è stata rinviata a giudizio per truffa aggravata e andrà a processo, in veste di imputatal, il prossimo settembre. Secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa, la notifica del decreto di citazione diretta a giudizio sarebbe stata perfezionata poche ore fa e la reazione dell’influencer, oggi ex moglie di Fedez, non si è fatta attendere.
Attraverso la sua difesa, Chiara Ferragni ha sottolineato la convinzione di poter dimostrare l’insussistenza del reato che le viene contestato e non ha nascosto una nota di amarezza per lo sbocco giudiziario della controversa vicenda legata alle iniziative di beneficenza che ha finito per travolgere la sua vita per intero, dal pubblico al privato.
Chiara Ferragni a processo per truffa, le sue prime parole dopo il rinvio a giudizio
Immediata è stata la risposta degli avvocati di Chiara Ferragni, Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana: “Non ha commesso alcun reato“. A stretto giro, riporta ANSA, il commento dell’influencer sul suo rinvio a giudizio: “Perché fare un processo per dimostrare di non aver mai truffato nessuno“. Chiara Ferragni ha aggiunto di ritenere “profondamente ingiusta” l’accusa formulata dalla Procura di Milano per cui sarà imputata e si è detta pronta a combattere per dimostrare la sua totale estraneità ai fatti contestati.
Stando a quanto riportato da RaiNews, sarebbe stata disposta la citazione diretta a giudizio per truffa aggravata anche per l’ex manager dell’imprenditrice digitale, Fabio Damato, per Alessandra Balocco, dell’omonima azienda che produce i pandori, e Francesco Cannillo, rappresentante della Dolci Preziosi per le Uova al cioccolato griffate finiti al centro della bufera con le denunce di Antitrust e Codacons. Con Agcm, Ferragni aveva chiuso un accordo per il versamento di 1,2 milioni di euro in favore dell’organizzazione no profit “I bambini delle fate”. Quinbdi il procedimento a carico dell’influencer si è fermato. Riguardo. al Codacons, infine, si è giunti a un altro punto di incontro sul caso Pandoro per risarcire i consumatori e versare la somma di 200mila euro in beneficenza a sostegno delle donne vittime di violenza.