Quello di Eleonora Daniele nello studio del programma Le Iene è stato un accorato e sentito monologo dedicato al tema – importantissimo – delle malattie mentali e di come la società le tratti e, troppo spesso, stigmatizzi: un tema che per la famosa conduttrice è reso ancor più importante dalla difficile situazione che ha caratterizzato l’intera vita di suo fratello Luigi, affetto da una grave forma di autismo non verbale che – spiega la stessa Eleonora Daniele – “l’aveva imprigionato nel suo corpo togliendogli la capacità di parlare” costringendolo ad una vita di vera e propria prigionia che oltre che mentale e diventata – purtroppo – anche fisica.
“Prima i reparti psichiatrici degli ospedali che nulla centravano con l’autismo – spiega ancora Eleonora Daniele – e poi strutture diverse con le sbarre alle finestre dove i pazienti indossavano guantoni e caschi per non ferirsi”: momenti certamente difficili per la conduttrice e giornalista vissuti – continua a raccontare nello studio delle Iene – sempre con le lacrime e con le preghiere affinché “Luigi fosse accolto con amore in quei luoghi che ormai erano diventati casa sua”.
Eleonora Daniele: “Oggi lotto per dare un nuovo corso alla vita di migliaia di pazienti psichiatrici”
Nel corso dei – purtroppo pochi – anni al fianco del fratello, Eleonora Daniele ricorda di aver visto “tanta sofferenza” all’interno e all’esterno di “mura che custodivano fragilità diverse da quella di Luigi”, troppo spesso trattate senza reale cognizione di causa; ma grazie anche alle tante storie di “disabilità e malattie menali” che ha raccontato nel corso di questi anni – e nelle quali ha sempre trovato “gli stessi problemi della mia famiglia” -, storie di “madri che hanno perso i figli uccisi per mano della follia, di genitori che si sentono abbandonati dalle istituzioni e ghettizzati dalla società” e al dolore provato da “di chi non si arrende” è arrivata a chiedersi “ma siamo tutti matti”.
Titolo – quest’ultimo – dell’ultimo libro scritto dalla stessa Eleonora Daniele e che sostiene voler essere il primo passo in una lotta “per sradicare la sofferenza e i pregiudizi che noi abbiamo subito (..) per un nuovo corso che dia speranza a chi versa in condizioni quotidiane insopportabili” nella quale viene costantemente accompagnata dal ‘suo’ Luigi perché anche se “se n’è andato la mattina del 17 febbraio 2015 (..), non è morto e mi tiene in equilibrio tra cielo e terra”.