Lascia sconcertati la recente approvazione di una legge irachena che renderebbe di fatto legale il matrimonio infantile. Il testo consolida una pratica in realtà diffusa sul territorio, che ora va a vanificare in maniera netta i continui tentativi di tutela dei minori e delle donne che nel mondo si stanno cercando di mettere a punto. Le bambine e future donne irachene resteranno segnate per tutta la vita e non avranno nemmeno la legge dalla loro parte.
I parlamentari iracheni e le associazioni per i diritti di bambini e donne hanno immediatamente reagito con orrore, parlando di ‘stupro di minori’ legalizzato. Come riporta la Cnn la nuova legge, approvata il 22 gennaio, va ad abolire un divieto che in Iraq risaliva agli anni ’50, dando alle autorità religiose il potere di decidere ‘in toto’ sugli affari familiari, tra cui il matrimonio, il divorzio e la cura dei bambini. E il fatto che siano proprio rappresentanti della religione a permettere queste pratiche lascia ancora più inorriditi.
LEGGE SULLA LEGALITÀ DEL MATRIMONIO INFANTILE: RAGIONI E DISSENSI
Ci si chiede il perché di un provvedimento così terrificante. La ragione sottesa alla legalizzazione del matrimonio infantile sembrerebbe da ricercarsi nell’esigenza di voler allineare la legge ai principi islamici, riducendo l’influenza occidentale sulla cultura irachena. Gli emendamenti inseriti nel testo arriverebbero infatti da compagini sciite conservatrici. Il risultato sarà quello di un proliferare di nozze con bambine nella prima adolescenza, se non di un’età ancora più infantile.
Dure le parole delle associazioni per i diritti umani. In particolare Intisar al-Mayali, attivista e membro della Iraqi Women’s League, ha dichiarato che l’approvazione degli emendamenti alla legge sullo stato civile “avrà effetti disastrosi sui diritti delle donne e delle ragazze, attraverso il matrimonio delle bambine in tenera età, che viola il loro diritto alla vita come bambine e interromperà i meccanismi di protezione per il divorzio, l’affidamento e l’eredità per le donne“. Sulla stessa linea anche l’avvocato Mohammed Juma, uno dei più ferventi oppositori alla legge irachena.