Moise Kean, Palladino a Firenze mi ha fatto sentire importante!
Intervistato dal Corriere della Sera, Moise Kean ha raccontato dei cambiamenti tra la passata stagione e quella corrente in cui l’attaccante azzurro della Fiorentina ha fornito 10 gol in campionato e 15 contando tutte le competizioni. Le domande a cui Kean ha risposto hanno spaziato da quelle di ambito sportivo riguardo alle sue stagioni migliori, quella corrente con la Fiorentina e quella passata al Paris Saint Germain, e quelle meno brillanti in maglia Juventus, per poi approfondire gli aspetti più mentali e privati che ha dovuto affrontare in questi anni da calciatore professionista e durante tutta la sua vita da atleta.
Riguardo la sua ultima avventura in bianconero Moise Kean afferma di essersi sentito poco considerato mentre Firenze e la Fiorentina e il suo allenatore Raffaele Palladino, lo hanno fatto sentire di nuovo importante e ambizioso. “Firenze è calda e passionale e ha avuto, nella sua storia, grandi attaccanti. Quando è capitata l’opportunità, Vlahovic mi ha incoraggiato”. Kean ha poi parlato della nazione, dell’importanza che ha per lui quella maglia e lottare con grandi campioni come Retegui per vestirla e di come l’abbia scelta da sempre per rappresentare il paese in cui è nato senza dimenticare il suo sangue ivoriano.
Moise Kean: non voglio fare gli errori di mio padre
Moise Kean racconta poi di come sia difficile il mondo del calcio e di come l’aspetto mentale sia fondamentale per l’andamento di una stagione. “Il calcio è come la vita: non può andarti sempre tutto bene, non puoi alzarti la mattina e sperare che non ci siano difficoltà. Devi essere pronto ad affrontare qualunque ostacolo. Tante volte la gente non capisce, ma anche i giocatori sono esseri umani, con difetti e sensibilità con cui fare i conti”.
L’intervista affronta poi l’aspetto della fede e della paternità e di come questa l’abbia cambiato e fatto crescere per evitare ciò che dal suo punto di vista sua padre ha sbagliato con lui. “Mi ha cambiato tanto. Lo adoro, penso sempre a lui, torno a casa, lo abbraccio e lo coccolo. Mi sento responsabile di un’altra persona. Mio padre non c’è stato per me e non voglio fare gli stessi errori. Non deve vivere quello che ho vissuto io”. Ultimo argomento dell’intervista è la seconda grande passione di Kean, la musica, l’attaccante italiano infatti ha appena inciso un disco che considera un messaggio, inseguire tutte le proprie passioni, che per lui sono la musica e il ballo, che per Kean si riflette nel griddy, il ballo che fa dopo il gol per esprimere la sua gioia e liberazione.