MORTE RAMY E VIOLENZE NEI CORTEI, LA CONDANNA DEL VIMINALE CON IL SOTTOSEGRETARIO MOLTENI: “SACRO DIRITTO A DISSENTIRE MA QUESTA È GUERRIGLIA URBANA”
Città devastate, traffico in tilt, minacce contro lo Stato e agenti di Polizia feriti: dopo il weekend di “cortei” tra Roma, Milano e Bologna ‘dedicati’ alla memoria del 19enne Ramy Elgaml (morto in zona Corvetto dopo lo spericolato inseguimento di una gazzella dei Carabinieri), la condanna della politica e della società è (quasi) netta nei confronti degli antagonisti e collettivi che hanno trasformato una manifestazione in guerriglia urbana. Intervistato oggi da “Il Tempo”, il sottosegretario degli Interni Nicola Molteni rivendica il sacrosanto diritto al dissentire che è proprio di ogni società democratica: ma al contempo, occorre non trasformare ogni manifestazione in una devastazione, in un “far west” ben al di fuori del civile vivere comune.
Come del resto aveva già sottolineato il Ministro degli Interni Piantedosi, unendosi alla secca denuncia della Premier Giorgia Meloni sulle ignobili violenze contro le forze dell’ordine avvenute nel weekend appena passato, anche il sottosegretario in quota Lega scinde il sacrosanto diritto di criticare e dissentire dagli effetti nefasti delle violenze. «Il diritto a manifestare e a dissentire è sacro e va difeso», rileva Molteni aggiungendo però come un diritto del genere non deve in alcun modo portare come effetto la devastazione delle città, o peggio ancora l’aggressione alle forze di Polizia. Quanto visto in questi giorni (così come del resto era avvenuto nel quartiere di Milano Corvetto appena dopo la morte di Ramy) è profondamente inaccettabile: quanto prodotto da centri sociali, collettivi, antagonisti e movimenti pro-Pal (che hanno portato anche a danni ingenti contro la Sinagoga di Bologna, ndr) è irresponsabile, oltre che preoccupante come vedere ragazzi stranieri di seconda generazione che a Milano e Varese invitando alla «vendetta contro lo Stato», sotto il “manto” dell’accusa di razzismo lanciata a Governo e forze dell’ordine. Unendosi alla richiesta della Premier Meloni, anche il sottosegretario Molteni dal Viminale promette nessuna impunità e provvedimenti severi contro chi si è macchiato di violenze inaudite, dal lancio di bombe carta alle bottigliate fino ai petardi contro la Polizia.
“12MILA MANIFESTAZIONI NEL 2024 CON 266 AGENTI FERITI, COSÌ NON VA”: PARLA NICOLA MOLTENI
I dati del Viminale in questo senso sono inquietanti e si riferiscono al solo anno 2024: 266 agenti feriti durante 12.200 manifestazioni, un aumento del 122% rispetto allo precedente: come spiega ancora il sottosegretario Molteni al “Tempo”, chi ancora mette le mani addosso ai funzionari dello Stato «va sanzionato» subito. Un compito del Governo è quello di accelerare sul ddl Sicurezza, caposaldo dell’azione della Lega al Viminale anche con il Ministro Piantedosi e il sottosegretario Molteni: il problema è l’ostruzionismo (seppur legittimo) messo in campo dalla sinistra con oltre 1500 emendamenti, «va approvato subito e senza modifiche» per poter così dare maggiori tutele alle forze dell’ordine, specie durante manifestazioni come quelle viste nel weekend nel “nome” di Ramy.
«La sinistra è allergica a tutto ciò che tutela e difende concretamente le nostre forze di polizia», accusa duramente Molteni dal Viminale, rivendicando la scelta del Carroccio di puntare su body-cam sulle divise degli agenti, nelle celle di sicurezza e sulle volanti. Il tema è dare maggiori tutele e garanzie a poliziotti e carabinieri, l’esatto contrario delle accuse «pretestuose» lanciate dalle opposizioni. Il ddl Sicurezza, secondo il sottosegretario, è il miglior strumento attualmente in dote allo Stato per difendere le forze di polizia continuamente attaccate e vilipese: ricordiamo, tra i vari provvedimenti, è presente anche il raddoppio della tutela legale (fino a 10mila euro) per gli agenti che finiscono a processo come atto dovuto. Il Governo si schiera interamente dalla parte delle forze dell’ordine, così come va detto anche parte delle opposizioni: il tema è come dare garanzie ulteriori, senza far mai venire meno il diritto di manifestare e anche dissentire, come rivendica giustamente il sottosegretario Molteni e come tra l’altro ha sottolineato anche la famiglia di Ramy Elgaml, con il padre Yehia che ha nuovamente ribadito che «nel nome di mio figlio servono solo manifestazioni pacifiche, condanniamo ogni forma di violenza».