L’Italia è pronta a tornare ad essere leader europeo – e potenzialmente mondiale – nella produzione di energia nucleare grazie ad un disegno di legge depositato proprio in questi giorni dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin che ne ha parlato nella giornata di oggi con il Sole 24 Ore tracciando la rotta che verrà seguita nei prossimi anni per permettere all’Italia di rientrare a pieno titolo nel nucleare: il punto fondamentale che Pichetto Fratin mette fin da subito i chiaro – però – è che questa forma produttiva “non andrà a sostituire le rinnovabili, ma le completerà assicurandoci un mix energetico equilibrato e sostenibile”.
Entrando subito nel merito del decreto, il ministro Pichetto Fratin spiega di aver “appena trasmesso il testo al Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi” in attesa delle ultime valutazioni che lo porterà tra i banchi del Consiglio dei ministri in un tempo che auspica essere al massimo “di quindici giorni“: dopo il via libera l’intero iter che prevede anche “la definizione di un programma nazionale” e l’attuazione di tutti i necessari decreti attuativi dovrebbe concludersi “per la fine del 2027” aprendo definitivamente le porte alle nuove centrali.
Il ministro Gilberto Pichetto Fratin: “Sensibilizzazione dell’opinione pubblica e formazione degli operatori saranno pilastri della nuova legge sul nucleare”
Parlando proprio di centrali, il ministro Pichetto Fratin precisa al Sole 24 Ore che non avranno più l’aspetto e la forma di quelle dei “vecchi impianti nucleari”, ma saranno quasi certamente dell’avanzatissimo tipo chiamato SMR che garantiscono la massima sicurezza e sono estremamente distanti di quelle che finirono al centro dei famosi referendum; ma complessivamente sul tema della tipologia degli impianti precisa che nella bozza presentata l’intento era quello di “vogliamo garantirci un margine ampio d’azione” che sia in grado di tenere aperte le porte a qualsiasi eventuale novità che verrà presentata nei prossimi mesi.
Complessivamente, Pichetto Fratin spiega di essere anche al lavoro su di una generale “semplificazione” dell’iter di approvazione per la costruzione dei nuovi reattori, sfruttando anche quei siti ormai dismessi che – precisa – saranno “smantellati definitivamente” per far sorgere le nuove strutture sfruttandone “la caratteristiche importanti, a cominciare dalla connessione con la rete elettrica”; mentre non è attualmente prevista alcuna consultazione pubblica trattandosi di un progetto che “non è assolutamente in contrasto con i precedenti referendum”.
Similmente, Pichetto Fratin punta i riflettori anche sul nuovo sistema di “sensibilizzazione dell’opinione pubblica” per aiutare la popolazione a comprendere i benefici e la sicurezza dietro alle nuove centrali e – soprattutto – alla “formazione” per gli operatori del settore; mentre l’ultimo punto si cui pone l’accento è il fatto che secondo le stime del PNIEC la copertura minima del nucleare nel 2050 dovrebbe “arrivare sino al 22% del nostro mix energetico“, fermo restando che un’ulteriore accelerazione potrebbe arrivare anche “dalla fusione nucleare” che allo stato attuale è ancora piuttosto embrionale rispetto “alla scissione”.