È arrivato con tutta la sua aggressività e la sua voglia di firmare la svolta epocale che stiamo vivendo. E non ha aspettato neppure una settimana per mettere in allarme il mondo intero e lasciare quasi interdetti tutti i responsabili delle cancellerie mondiali. Donald Trump vuole correre con grande rapidità in tanti settori e principalmente guarda alla situazione dell’Ucraina e a quella del Medio Oriente, con la fragilissima tregua tra Israele e i palestinesi.
L’impressione è che, bluffatore o decisionista oltre ogni limite, il 47esimo presidente americano stia per creare un “grande tumulto” che coinvolge tutti i continenti del pianeta.
Ormai i media di tutto il mondo fanno fatica a seguire le mosse sulla grande scacchiera dove Trump muove le sue pedine. Quindi andiamo con ordine per riassumere e dare l’idea di quale significato abbia in questo momento l’“America first” che ha letteralmente polverizzato la “dottrina Monroe”, quella del presidente James Monroe nel 1823.
La “Golden age” che Trump ha promesso nel suo discorso di insediamento alla Casa Bianca è partita con la “deportazione” di immigrati messicani in catene. In una scena fotografata e divulgata direttamente dagli Uffici della Presidenza. Quasi un avvertimento. Del resto, nel suo discorso, Trump aveva citato solo una volta, di passaggio, la parola “libertà”, abbinandola a una considerazione che non riguardava la difesa della libertà nel mondo intero, come spesso è stato un compito e un merito dell’America. Il nuovo presidente telefona poi in Danimarca per comperare la Groenlandia, guarda al Canada come a uno nuovo Stato che dovrebbe far parte degli Usa, intende ribattezzare il Golfo del Messico come Golfo d’America. Si resta prima perplessi di fronte a questi movimenti “padronali”, poi ci si allarma di fronte a tanta sicurezza soprattutto quando si dettano gli interventi che vengono programmati nei territori in guerra.
Nel Medio Oriente, e nella particolare situazione di Gaza, Trump lancia un progetto da brividi: niente meno che il trasferimento dei palestinesi in Egitto e Giordania. Parlando ai giornalisti sull’Air Force One, il tycoon ha precisato: “Stiamo parlando di un milione e mezzo di persone e noi ripuliremo tutto”. Ha definito Gaza un “cantiere di demolizione” e ha aggiunto che questa mossa potrebbe essere “temporanea o a lungo termine”.
Tra le altre indiscrezioni dei media, si dice che il presidente avrebbe ordinato al Pentagono di revocare il blocco imposto dall’amministrazione Biden sulla fornitura di bombe da 2mila libre (circa 900 chilogrammi) a Israele.
La risposta di Hamas non si è fatta attendere. Bessem Haim, un alto funzionario di Hamas, ha replicato: “I palestinesi faranno fallire l’idea di Trump. Come hanno sventato ogni piano di spostamento e di patrie alternative nel corso dei decenni, anche questa volta il nostro popolo sventerà tali progetti”.
Con il clima che si sta creando in Cisgiordania, la mossa di Trump non promette nulla di buono circa tregue e strade che portino a proposte di pace e sopratutto all’isolamento dei gruppi estremistici. Anche la Jihad islamica ha subito replicato: “L’idea di Trump di svuotare Gaza incoraggia i crimini di guerra”. Mentre la destra israeliana con il ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, alimenta le tensioni specificando che l’idea di Trump è “eccellente”.
Come si può vedere, tutte dichiarazioni che sono in contrasto con la convivenza dei “due Stati” e nel frattempo con un clima favorevole al raggiungimento di una lunga tregua e a un progetto di pace e di coesistenza durevole. Non è azzardato parlare di “grande tumulto” e di una strada da ricostruire da capo.
Poi c’è la situazione in Ucraina. Qui Trump guarda con interesse alla posizione di Putin, che intende parlare con il presidente degli Stati Uniti. Ora bisogna vedere l’atteggiamento di Trump verso Putin, pur osservando che il leader russo da l’impressione di sperare nell’atteggiamento del “tycoon”. Il fatto non semplice è la posizione di grande parte dell’Occidente dell’Europa in particolare.
Secondo il segretario dell’Alleanza Atlantica, Mark Rutte, se l’Ucraina perde il conflitto con la Russia, la Nato dovrà spendere “ulteriori trilioni” per rafforzare la propria difesa. Secondo Rutte, il compito della Nato è rafforzare la posizione dell’Ucraina prima dell’inizio dei negoziati per raggiungere una “pace possibile”. Il segretario generale ha pure aggiunto che i Paesi dell’Alleanza che non hanno ancora aumentato le spese per la difesa al 2%, dovranno farlo entro due mesi.
Ma se questa è la linea di Rutte e di molti Paesi europei, qual è la soluzione che cerca Trump? Non è ancora chiaro e non è improbabile che possano emergere dissensi tra Trump e l’Europa, anche sulla questione ucraina, come si è visto in altri settori recentemente a Davos.
Quello che abbiamo definito “grande tumulto” non si ferma solo a questo. C’è il problema dell’uscita dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) che Trump prima ha ordinato mente ora penserebbe a un rientro. Tanto per ribadire la priorità della sua linea, Trump ha dichiarato: “Dovremmo ripulire tutto”.
C’è poi da ricordare il ritorno al petrolio e al carbone, per rilanciare lo sviluppo economico, trascurando la cura dell’ambiente. E qui il contrasto con l’Europa diventa dirompente. Difficile comprendere lo sbocco di queste scelte nei prossimi mesi, ma sicuramente Trump mantiene la linea che aveva promesso durante le elezioni americane.
Il “grande tumulto” riguarda tutti, ma quello che Trump sembra preferire è quello di dare un’immagine dell’America che vuole ritornare protagonista principale in tutto, sfidando soprattutto i Paesi emergenti e l’espansione cinese. C’è chi pensa che tutto possa andare avanti tranquillamente, c’è chi pensa invece che la svolta epocale possa provocare una grande, ulteriore rottura dell’ordine. Difficile fare previsioni in una simile situazione.
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