Il capo della Protezione Civile, Fabio Ciciliano, è tornato a parlare delle scosse di terremoto Campi Flegrei e lo ha fatto in occasione di una visita avvenuta nelle scorse ore in quel di Caivano. Ad accoglierlo vi erano anche i giornalisti del quotidiano Il Mattino, che hanno ripreso le parole dello stesso, che ha cercato in qualche modo di rassicurare la popolazione residente ai Campi Flegrei.
Con l’avvento del 2025 sembrerebbero essere ricominciate, più che altro in quantità, i movimenti tellurici nella zona, di conseguenza i residenti temono che si possa tornare ai livelli della prima metà del 2024, quando le scosse erano frequenti ma soprattutto importanti, con l’evento culmine di magnitudo 4.4 gradi sulla scala Richter del 20 maggio di un anno fa.
TERREMOTO CAMPI FLEGREI, COS’HA DETTO A CAIVANO CICILIANO
A riguardo Fabio Ciciliano ha voluto mandare un messaggio precisando che il territorio dei Campi Flegrei è “molto monitorato”, così come del resto l’intera penisola, e soprattutto la Protezione Civile “è pronta”, ad ogni evenienza, quindi anche in caso di un sistema sismico devastante che va precisato, per gli esperti non è affatto all’orizzonte.
Ciciliano ha ricordato che vi sono i sistemi di allerta, ma anche le procedure che si stanno mettendo in campo, senza dimenticarsi del Commissario straordinario Soccodato, che sta accelerando la realizzazione delle opere fondamentali per la vita dei cittadini ai Campi Flegrei, a cominciare dalla sistemazione di edifici pubblici come ad esempio le scuole, senza dimenticarsi di quelle strutture che dovranno essere utilizzate, al bisogno, come vie di fuga. E sulle scosse di terremoto Campi Flegrei si è espresso anche Giuseppe Luongo, vulcanologo e considerata una figura molto autorevole in materia.
TERREMOTO CAMPI FLEGREI, IL PUNTO DEL VULCANOLOGO LUONGO
Nelle scorse ore ha parlato con Pozzuoli News 24, facendo il punto sulla situazione scosse, a cominciare dal dire che dal mese di agosto scorso, si sono osservati degli “alti e bassi”, e con il fenomeno del bradisismo, il sollevamento del suolo, che ha ridotto la sua velocità. Ormai è noto e risaputo come il sollevamento sia collegato alle scosse di terremoto, di conseguenza, più si riduce questo fenomeno e meno si verificano eventi sismici importanti.
Secondo Luongo stiamo attraversando una “fase critica” ma con la speranza “che sia positiva”, ovvero che il fenomeno sta lentamente riducendosi per poi concludersi definitivamente, cosa che ovviamente sperano prima di tutto i residenti della zona. Secondo il vulcanologo Luongo il termine preciso per indicare questo periodo è “fase di stanchezza”, ma in ogni caso non mancano le preoccupazioni, a cominciare dagli edifici, che secondo lo stesso devono essere messi in sicurezza, soprattutto “le case più esposte ai terremoti”, ma a riguardo ci sono proprio le parole di cui sopra di Ciciliano. In ogni caso Luongo si definisce ottimista, anche se i terremoti continueranno fino a che ci sarà la spinta dal profondo e il vulcano “sta dando segni di vivacità”.