SCANDALO LOBBY GREEN ALLA COMMISSIONE UE
Un altro scandalo travolge l’Europa, stavolta per le lobby ambientaliste. De Telegraaf ha scoperto che la Commissione Ue avrebbe pagato segretamente alcune lobby ambientaliste per promuovere i piani green di Frans Timmermans. Il giornale olandese, che ha visionato alcuni contratti segreti, ha rivelato che sarebbero stati usati i soldi di un fondo da un miliardo di dollari, destinato ai sussidi per il clima e l’ambiente, per finanziare una lobby ombra per spingere le politiche green.
Nell’inchiesta giornalistica finisce anche la controversa legge sul ripristino della natura dell’ex eurocommissario Timmermans, che doveva essere promossa da 185 lobby ambientaliste. Un contratto visionato dal Telegraaf rivela che 700mila euro di sussidi sarebbero stati usati, ad esempio, per orientare il dibattito sull’agricoltura in direzione green.
“NESSUNA CAMPAGNA DIFFAMATORIA CONTRO GLI AMBIENTALISTI”
Il giornale olandese ha spiegato che da tempo ci sono segnali che indicano come Bruxelles stia cercando di far passare i propri piani green attraverso le lobby. Nel giugno dell’anno scorso aveva segnalato come alcune aziende avessero ricevuto suggerimenti su come manipolare i politici dubbiosi del Parlamento europeo per votare a favore della legge sul ripristino della natura attraverso la piattaforma UE Business & Biodiversity.
I DUBBI SULLE LOBBY A BRUXELLES
L’europarlamentare Gotink, membro della Commissione per il controllo dei bilanci, si chiede se questo modo di agire sia stato applicato su altri temi, come l’immigrazione. “Bruxelles è la capitale europea delle lobby: si tratta di una mela marcia o di una pratica diffusa?“.
“Riteniamo che il nostro coinvolgimento abbia contribuito a rafforzare la reputazione dell’UE come leader mondiale nella necessaria transizione globale verso un futuro senza inquinamento e senza carbonio“, la posizione espressa dalle lobby ambientaliste e riportata dal Telegraaf.
LA REPLICA DI TIMMERMANS
Il giornale ha raccolto il commento di Frans Timmermans all’inchiesta giornalista: ha negato di essere mai stato coinvolto nella stipula dei contratti di sovvenzione. “Non ho mai chiesto loro di fare il mio lavoro al posto mio“, ha detto Timmermans. Non pensa nemmeno che le lobby ambientaliste abbiano bisogno di un mandato per fare pressione sulla legislazione in cui credono e sostiene le richieste di trasparenza: “L’apertura totale è il modo migliore per vedere cosa c’è di vero“.
IL NODO LOBBISMO PER LA COMMISSIONE UE
Inevitabili le polemiche che hanno travolto la Commissione Ue, perché le organizzazioni della società civile, compresi le lobby ambientaliste, svolgono un ruolo cruciale nel rappresentare gli interessi pubblici e nel promuovere il dibattito pubblico. Quindi, è comprensibile l’influenza che cercano di esercitare. Il problema si pone quando la Commissione europea prova a dirigere questo lobbismo, facendo campagna per le proprie politiche, gettando dubbi sull’indipendenza del legislatore e aprendo la porta a simili pratiche in altri ambiti.
Chi può dire che altre ONG non vengano usate per far passare progetti in settori come il commercio o la sicurezza? Servono, quindi, misure strutturali per fermare questo fenomeno, regole rigorose sull’uso delle sovvenzioni europee per garantire trasparenza. Va ripensato, di conseguenza, il rapporto tra le istituzioni pubbliche, come appunto la Commissione Ue, e le rganizzazioni della società civile, perché solo disegnando confini chiari si può fare in modo che il lobbismo resti una forza per il processo decisionale democratico, anziché diventare uno strumento di manipolazione politica.