La covid card potrebbe costare caro al governatore della regione Campania, Vincenzo De Luca. La Corte dei Conti, come riferisce il Corriere della Sera, per la sezione Campania, ha infatti accolto la richiesta della Procura (seppur in parte), condannando appunto il presidente campano ad un risarcimento pari a 609mila euro, fondi pubblici utilizzati appunto per la suddetta tessera che attestava la vaccinazione anti covid. Tutti assolti invece gli altri imputati, cinque persone per cui le domande della procura contabile sono state rigettate.
Al governatore De Luca è stato invece imputato il fatto di aver commesso con dolo una condotta, ma lo stesso presidente dei campani ha fatto sapere di non accettare la sentenza e di essere pronto a fare ricorso, impugnando la stessa. Le indagini nei confronti di De Luca da parte della Corte dei Conti dello stato, erano scattate durante l’estate dell’anno scorso, precisamente il 4 agosto del 2023, quando il noto politico esponente del Partito Democratico era stato citato per presunto danno erariale, atto che era stato poi notificato anche agli altri imputati di cui sopra, fra cui il coordinatore dell’unità di crisi della Campania in tempo di covid, Italo Giulivo.
VINCENZO DE LUCA CONDANNATO DALLA CORTE DEI CONTI: DANNO ERARIALE
Tutti facevano parte della stessa unità di crisi e di conseguenza sono finiti sul registro degli indagati dopo che Roberto Ionta, un avvocato contro i vaccini, aveva presentato un esposto. Lo stesso aveva chiesto alla Corte dei Conti di valutare la presenza di un eventuale danno erariale derivante dalle spese che il governatore De Luca aveva sostenuto per appunto la covid card. Secondo il progetto del presidente campano la stessa tessera digitale avrebbe, come accennato sopra, dovuto appunto attestare la vaccinazione dopo che venne introdotto l’obbligo del siero contro il covid nei confronti della maggior parte della popolazione.
La Corte dei Conti ha però giudicato tale introduzione come “una fuga in avanti”, ovvero, “uno sconfinamento” dello stesso governatore in degli ambiti che non erano di sua “specifica competenza”. Per chi ha scritto e ha indagato, quindi, tale smart card doveva essere introdotta a livello centrale, governativo, quindi a Roma e non alla regione Campania. Di conseguenza la Corte dei Conti ha voluto vederci chiaro, esaminando le oltre 3 milioni di euro di spese sostenute da De Luca per la realizzazione e la distribuzione delle stesse covid card.
VINCENZO DE LUCA CONDANNATO DALLA CORTE DEI CONTI: COS’ACCADDE
L’introduzione del lasciapassare era stato ufficializzato in Campania il 5 febbraio del 2021, prima dell’arrivo del tanto contestato Green Pass, ma in ogni caso la regione si sarebbe dovuta adattare alle disposizioni di Roma. I magistrati della Corte dei Conti hanno quindi chiesto lumi a De Luca circa il 25% delle spese per la covid card, per un importo totale di più di novecento ventottomila euro, nonchè ad altri importi ai membri dell’unità di crisi campana. Gli inquirenti sostengono anche il fatto che l’accordo fra la società regionale campana e l’azienda privata che ha distribuito le card, è avvenuto il 3 maggio del 2021, quindi una decina di giorni dopo che veniva ufficializzato il green pass, il 22 aprile dello stesso anno.
L’iter si poteva quindi interrompere per chi indaga, ma la regione Campania ha evidentemente tirato dritto. De Luca ha commentato la sentenza dicendo di rivendicare il suo operato a tutela dei propri cittadini, annunciando di impugnare la sentenza in quanto non è intenzionato a rispondere “del reato di efficienza”.