“CONFLITTO INTERIORE”: PERCHÈ LA FRANZONI HA UCCISO IL FIGLIO SAMUELE
Annamaria Franzoni, perché ha ucciso il figlio Samuele e che fine ha fatto oggi la donna? Questa sera, nel corso del nuovo appuntamento con “Faking it” sul Nove si tornerà a parlare del delitto di Cogne, a 22 anni oramai dai fatti che sconvolsero l’Italia e per quello che è diventato non solo uno dei casi di cronaca nera più mediatizzati e chiacchierati della storia recente ma anche un mistero con troppi aspetti ancora da chiarire. E, in attesa di vedere come il format del Nove affronterà questa lunga e intricata vicenda, possiamo tornare idealmente a quel 30 gennaio del 2002 quando, in una villetta di Montroz, frazione di Cogne in Valle d’Aosta, stando a quanto stabilito dalla giustizia la donna uccise il figlioletto di tre anni, Samuele Lorenzi. Nonostante l’arma del delitto non fu mai trovata, l’accusa provò la colpevolezza di Annamaria Franzoni che, nel 2008, è stata condannata in Cassazione a 16 anni di reclusione, ridotti poi a 13 grazie a un indulto.
Per parlare di Annamaria Franzoni, perché ha ucciso il figlio Samuele e cosa c’è oggi nella sua vita di donna libera e che ha scelto di vivere nell’ombra e lontana dalle telecamere, dobbiamo fare innanzitutto una premessa: come accennato sopra, sono diversi gli aspetti ancora poco chiari di questa spaventosa vicenda, senza dimenticare che, nonostante alcune pesanti prove che hanno portato alla sentenza di condanna, la mamma del piccolo Samuele non ha mai ammesso la sua colpevolezza e, anzi, anche in tempi più recenti ha fatto sapere di voler provare a dimostrare a tutti la propria innocenza. Molto si è discusso in questi 22 anni sui motivi che possono spingere una madre a uccidere un figlio e cosa possa essere successo nella sua mente in quegli angoscianti momenti. Secondo i giudici Annamaria Franzoni agì perché tormentata da un “conflitto interiore”.
ANNAMARIA FRANZONI: “ORA VUOLE ESSERE DIMENTICATA E DICE CHE…”
Nella delicata vicenda processuale e umana di Annamaria Franzoni, perché ha ucciso il figlio Samuele paradossalmente rappresenta l’aspetto centrale e tuttavia più nebuloso: nelle motivazioni della sentenza di condanna della Corte d’Assise d’Appello di Torino si parla di quel conflitto come della “causa scatenante” del delitto e si prova a ricercarne la genesi nel contesto famigliare, a cui si sarebbe aggiunta “difficile gestione da parte sua dei due figli, caratterizzatada sopraffaticamento e da stress”. Non solo: ad Annamaria Franzoni fu concesso pure uno sconto di pena rispetto a quella comminata in primo grado dato che in Appello gli stessi giudici, pur non volendo sminuire la portata dell’efferato delitto, riconobbero alla donna le attenuanti generiche a causa di disturbi psicologici, responsabili di crisi ansiose nella diretta interessata.
Se quindi ancora oggi c’è un velo di mistero su Annamaria Franzoni, perché ha ucciso il figlio Samuele e le motivazioni per cui la donna si professi ancora innocente, si è scoperto qualcosa di più sulla sua nuova vita dopo aver scontato la pena ed essere uscita dal carcere (per buona condotta, dopo sei anni in prigione e altri cinque ai domiciliari): alcuni articoli negli ultimi anni l’avevano localizzata in quel del borgo di San Rocco, a Monteacuto Vallese, laddove aveva sempre vissuto prima. Circondata da amici e parenti, oltre a diversa gente che crede nella sua innocenza, Annamaria Franzoni non ha mai parlato con i cronisti o qualunque media: una sorta di cortina di silenzio dato che lei “vuole solo essere dimenticata”, come spiegano i bene informati. Tempo fa aveva destato inoltre scalpore il suo momentaneo ritorno a Montroz, proprio nella villetta dove fu assassinato il piccolo Samuele Lorenzi.