Giovedì scorso si è aperto il processo per diffamazione scaturito dalla querela di Claudio Baglioni contro Striscia la Notizia per la pubblicazione del libro Tutti poeti con Claudio, un testo sequestrato dal Tribunale di Monza 3 anni fa e che, secondo il cantautore, sarebbe lesivo della sua reputazione e della sua carriera. Il dibattimento, riporta Il Giorno, potrebbe ora spostarsi per competenza territoriale a Bologna su istanza della difesa del “padre” del tg satirico, Antonio Ricci, imputato insieme ai conduttori Gerry Scotti, Enzo Iacchetti ed Ezio Greggio e all’inviato Antonio Montanari alias mago Casanova.
Il libro risulta essere stato pubblicato a Imola e per questo sarebbe stato chiesto il trasferimento della sede dibattimentale. In quel libro, Claudio Baglioni sarebbe stato indicato come avvezzo al plagio, “colpevole” di aver copiato, nelle sue canzoni, frasi di diversi autori (tra poeti e scrittori) senza menzionare nessuno. “Amnesia, furbate, scopiazzature dimenticate“, “smemorato, distrattone” sono alcune delle espressioni impiegate per descrivere le presunte condotte dell’artista.
Claudio Baglioni trascina Striscia la Notizia in tribunale con un processo per diffamazione
Antonio Ricci, riporta Il Giorno, avrebbe commentato così la denuncia di Claudio Baglioni: “Cantautore liberticida, querela quel pacioccone di Gerry Scotti”. Secondo il numero uno del tg satirico in onda su Canale 5, il cantautore non terrebbe conto del fatto che “diritto di satira e di critica non si toccano”.
Nel processo sarebbe stata ammessa la costituzione di parte civile della casa editrice musicale che ha acquistato i diritti su tutte le canzoni dell’artista. “Su come andrà a finire – ha concluso Ricci –, sono certo che noi siamo stati continenti nella satira e che quello che facciamo è giusto e che il diritto di critica non deve essere tolto da nessuno“. La battaglia, però, è appena iniziata.