E’ stato aggredito Costanzo Jannotti Pecci, presidente di Confindustria Napoli. “Ho avuto molto paura”, racconta al Corriere della Sera, ricordando il giorno dell’aggressione, martedì 7 gennaio, subito dopo le feste e “data che non dimenticherò facilmente”. Costanzo Jannotti Pecci, imprenditore alberghiero, stava rientrando a casa in auto attorno alle ore 22:00, quando ad un certo punto una moto, dopo avergli fatto gli abbaglianti, lo supera e gli sbarra poi la strada. Il presidente di Confindustria Napoli si è giustamente fermato per capire cosa stesse accadendo ma appena abbassato il finestrino per mettere fuori la testa ha ricevuto un pugno al volto. L’uomo riesce fortunatamente in parte a schivarlo, ma riceve un calcio violento sull’auto.
“Non capivo cosa mi stesse accadendo” racconta l’albergatore, ma fortunatamente è rimasto lucido, schiacciando il piede sull’acceleratore e scappando da quella situazione decisamente funesta. Peccato però che la moto non abbia desistito e abbia iniziato ad inseguirlo. “Ho provato a seminarlo” ma niente, complice anche la maggior agilità del mezzo a due ruote.
COSTANZO JANNOTTI PECCI AGGREDITO: “IN PRECEDENZA ATTI INTIMIDATORI…”
Solo nei pressi della Chiesa di Sant’Antonio Costanzo Jannotti Pecci è riuscito a seminare il suo aggressore, ma ovviamente la paura è rimasta: “Non sono riuscito a dormire” racconta, senza però aver detto nulla a nessuno dei suoi famigliari per non farli preoccupare. Il giorno dopo l’imprenditore ha chiamato il suo avvocato che gli ha consigliato di sporgere denuncia, di conseguenza si è recato presso il commissariato di Fuorigrotta. Gli agenti si sono subito messi al lavoro e dopo qualche giorno gli hanno presentato delle foto di un possibile sospettato, fra cui quello dell’uomo che lo ha aggredito.
“Non dimenticherò la sua faccia”, sottolinea ancora. Jannotti Pecci racconta di essere stato oggetto di minacce e atti intimidatori nelle ultime settimane verso cui si sta indagando, di conseguenza non è da escludere che l’aggressione del motociclista faccia parte dello stesso “piano criminale”, per intimidire l’imprenditore, anche se non si sa bene per quale motivo. “Non mi farò condizionare” conclude.