LE INTERVISTE INEDITE DI PAPA RATZINGER SUL FUTURO DELLA CHIESA: “PASOLINI AVEVA RAGIONE…”
Fa un certo effetto leggere parole inedite del cardinale Joseph Ratzinger, poi Benedetto XVI e infine anche Papa Emerito: il grande lavoro raccolto però nel nuovo libro “In dialogo con il proprio tempo” vede diversi interventi, interviste, documenti e testimonianze di uno dei più grandi teologi cattolici (nonché uomini di cultura a tutto tondo) degli ultimi due secoli. Fa ancora più impressione vedere come nel 1997 una previsione sul futuro della Chiesa arriva direttamente all’attualità odierna, anticipando i tempi di oltre 20 anni con una lucidità intellettuale e culturale davvero rara.
E così nel dialogo inedito nell’intervista alla radio Bayerischer Rundfunk nel 1997 che Ratzinger riconosce una verità schietta testimoniata da Pier Paolo Pasolini addirittura vent’anni prima: il grande autore e scrittore, tutt’altro che “vicino” alle gerarchie ecclesiastiche del Novecento, con la sua onestà intellettuale rappresenta per il futuro Papa Benedetto XVI una voce tutt’altro che banale sul rapporto complesso tra la fede cristiana e il mondo in evoluzione dopo le due guerre. Davanti a Pasolini che chiedeva una Chiesa molto più utile “all’opposizione”, Ratzinger riconosce nella società moderna i semi dei problemi poi esplosi nel nuovo millennio: «Pasolini ha ragione nel senso che ogni società è tentata di adattarsi a forme di vita che poi in qualche modo divengono ingiuste e disumane». Aborto, eutanasia, dittatura del relativismo e “modernismo”, molti dei temi problematici per la Chiesa (e la società) erano già in “potenza” largamente verso la fine dello scorso millennio: «la Chiesa deve veramente avere sempre il coraggio di stare all’opposizione contro ciò che è dominante e che tutti reputano giusto».
“LA FEDE IN CRISTO CONVIENE: NON SERVONO RICETTE MA PERSONE CHE VIVONO IL VANGELO”
Davanti ad un cristianesimo “abituato” fino al Novecento ad avere tantissimi credenti spesso (purtroppo) per conformismo, trascinati dall’abitudine della “corrente” dell’educazione familiare religiosa, il Card. Ratzinger in maniera tonante “segue” l’esempio di Pasolini provando a recuperare una fede sincera, quasi “povera” per riconoscere la centralità del messaggio cristiano, che è la vita vera e libera del Figlio di Dio.
«Oggi molti sono trainati dall’indifferentismo», riconosce ancora il futuro Papa Benedetto XVI in altre interviste inedite inserite nel volume in uscita con LEV: quello “stare all’opposizione”, quell’avere più coraggio per uscire dall’abitudine e dall’indifferenza è proprio quello che, seguendo il “consiglio” di Pasolini, Ratzinger insiste in una Chiesa che con San Giovanni Paolo II è riuscita ad essere un vero argine al comunismo sovietico globale ma che doveva ancora attendere le spirali ideologiche “conformiste” dell’epoca in cui oggi viviamo. Per il futuro Papa Emerito, credere «è conveniente» e la Chiesa deve avere più coraggio per contrastare la “via dominante”, anche se non in maniera acritica: «ci sono e ci saranno sempre anche molte cose buone. Ma il coraggio di opporsi, proprio in cose molto comuni, quello deve esserci».
È inevitabilmente più difficile e più maturo essere cristiano nel mondo di oggi, riconosce Ratzinger, proprio perché occorre riconoscere ciò che vale e ciò interessa al proprio destino davanti ad un’epoca che dice il contrario esatto di quanto predicato dal cristianesimo per oltre duemila anni. Secondo Benedetto XVI «non abbiamo bisogno di ricette per una fede “nuova”», semmai serve tornare alla radicalità libera delle origini, quando il cristianesimo era semplicemente persone che sono colpite dal Vangelo «e poi lo praticano». Contro l’ideologia dominante che in maniera immanente e “subdola” pervade la modernità, ma a favore di una radicale «contestazione pacifica» che rimetta al centro la centralità della libertà testimoniata da Cristo: questo l’impegno di Ratzinger nella Chiesa tra Wojtyla e Papa Francesco, come decenni prima un laico “a se stante” come Pasolini ebbe a dire concludendo negli “Scritti Corsari” che «il potere reale non ha più bisogno della Chiesa e l’abbandona». Partire da quell’abbandono non come recriminazione ma come occasione per recuperare la bellezza delle origini è quanto di più importante ha contribuito a fare Papa Benedetto XVI nel suo magistero: servono più persone, più vita, più libertà di fede, e meno “ricette”. In poche parole, meno “moralismo” e più “morale”.