I ricordi più dolorosi e taglienti di Ermal Meta risalgono senza alcun dubbio alla sua adolescenza in Albania. All’epoca il cantante viveva ancora nella sua terra di origine assieme ai suoi genitori. Un periodo terribile per il ragazzo, in cui la violenza e l’assenza del padre erano all’ordine del giorno. Ermal Meta non ha mai fatto mistero di aver provato sofferenze indicibili nella sua adolescenza e non è un caso che dai suoi ricordi siano nati brani molto intensi ed emozionanti, come Lettera a mio padre e Vietato morire.
Due brani molto potenti e profondi, che rievocano tutto il dolore provato da Meta nel suo passato tenebroso. “Mio padre è uscito dalla mia vita nel novanta”, racconta in una intervista a Verissimo, dove non risparmia accuse ben precise al papà. “Sono ventotto anni che non vedo mio padre. Papà era assente anche quando c’era. Non ci parlavo neanche quando era in casa”, assicura il cantante.
Ermal Meta e la paura di diventare padre a causa del suo passato
Il dramma della rottura con il padre, come dicevamo, ha in qualche modo ispirato diversi brani di Ermal, che ha trattato con grande trasporto e poesia temi riguardanti la violenza tra le mura domestiche. Il rapporto con il papà ha inevitabilmente lasciato ferite profonde e non a caso il cantante non ha mai nascosto che l’idea di diventare genitore, un tempo lo spaventano tantissimo.
Il motivo è presto spiegato: il suo passato sofferente e i pensieri negativi prendevano il sopravvento. “Per tanto tempo ho pensato di non voler diventare padre, perché non volevo correre il rischio che mio figlio potesse pensare quello che io penso di mio padre”, aveva confidato nel 2018. Poi, naturalmente, Ermal Meta è ritornato sui suoi passi e oggi è un papà sereno e felice.