Tra i tanti che (nel bene e nel male) hanno deciso di dire la loro sulla recente introduzione del latino alle scuole medie si è spesa anche la scrittrice e docente Paola Mastrocola che in un intervento sul quotidiano La Stampa la lodato l’iniziativa messa in campo dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ritenendola una delle vie – se non forse addirittura quella migliore – per insegnare ai giovani a pensare e ragionare: prima di arrivare al pensiero di Paola Mastrocola – però – vale la pena ricordare che da decreto ministeriale nella prossima riforma della scuola l’insegnamento del latino sarà proposto su base volontaria nelle scuole medie per un totale di un’ora settimanale in via del tutto propedeutica ad un eventuale approfondimento alle superiori.
Dal conto suo Paola Mastrocola ci tiene a mettere fin da subito in chiaro che “non ho mai amato particolarmente il latino” né i grandi classici della letteratura, dicendosi – anzi – una sostenitrice del “progresso”, ma di quelli che non vogliono “buttare via tutto quel che ci sta dietro”: proprio in tal senso la lingua latina la vede come “un pilastro” di quelli “su cui si regge da sempre il mondo” del tutto simile “alla matematica, alla musica e all’arte”; definendo quella di Valditara “una mossa coraggiosa, innovativa e rivoluzionaria” che contribuisce ad invertire quella “crisi del pensiero” ormai preponderante da anni.
Paola Mastrocola: “Il latino è l’antidoto all’abbassamento del livello d’istruzione”
Entrando nel merito del suo pensiero, Paola Mastrocola spiega che a lei il latino interessa perché “ai ragazzi si insegni a pensare, quindi si insegni l’uso delle parole al più alto livello” come solamente la lingua latina è in grado di fare: “Ci mette davanti alla struttura di una frase – spiega ancora -, di un periodo” per capirne “la struttura logica” che ne sta alla base richiedendo “un lavoro che (..) potremmo anche chiamare problem solving” per capirne il significato.
Grazie alla latino alle medie secondo Paola Mastrocola si raggiungono due obbiettivi: da un alto quello di permettere “ai ragazzi di fare meno fatica alle superiori” arginando “la dispersione scolastica” insegnando loro – come “diceva già Gramsci” – soprattutto “a studiare”; dall’altro “è il primo vero e proprio passo verso l’inclusione [dei] migranti” specialmente se vogliamo “che in futuro diventino professori, avvocati e architetti”. Insomma, secondo Paola Mastrocola il latino è il vero antidoto al “vergognoso abbassamento del livello d’istruzione” di un’istituzione che ormai “abolisce le difficoltà” cercando (fallendo) di “aiutare i ragazzi meno abbienti”.