Dopo aver a lungo mediato, ora Ursula von der Leyen deve agire e fare scelte importanti: è questa la strada che traccia per lei Romano Prodi, che nell’intervista resa al Corriere della Sera lancia un avvertimento alla presidente della Commissione Ue. “Se in Europa continuiamo così andiamo a finir male“. Per l’ex premier con un passato anche da presidente della Commissione europea, politica estera, economia e difesa sono i temi su cui bisogna insistere. Per lei ha votato Giorgia Meloni, definita da Prodi “la ruota di scorta” di von der Leyen. Se in Italia “può star tranquilla“, è solo per la “debolezza dell’opposizione“, che non offre alcuna alternativa agli italiani.
Il problema per Meloni, secondo Prodi, è che insidiata dalla Lega e non può neppure prendersi più responsabilità in Europa. Quindi, la sua libertà di manovra è “limitata” per motivi interni a Fratelli d’Italia e per la Lega, “che sarà ancora più dura dovendo far fronte al suo problema esistenziale“. Per quanto riguarda invece il voto del Pd a favore di Fitto come vicepresidente esecutivo, Prodi promuove tale scelta, ritenendolo “il miglior candidato che questo governo potesse esprimere“, d’altra parte ha segnalato che è un ruolo che “non conta nulla”, infatti ammette di non ricordare i nomi dei suoi due vicepresidenti (ora sono sei).
ROMANO PRODI INCALZA IL PD
Tornando all’Italia, anche se mancano due anni alle prossime politiche, per Romano Prodi il Pd deve capire che non può vincere da solo, quindi dovrà essere capace di costruire alleanze utili e al tempo stesso acquisire consensi costruendo un programma, perché le critiche non bastano, anche se il governo Meloni per l’ex premier “è sostanzialmente inesistente” sia a livello di politica sociale che economica e industriale. Quindi, in questa fase il Pd dovrebbe preparare le riforme per conquistare gli elettori che, seppur scontenti del governo, non vedono alternative.
Elly Schlein per Prodi può guidare questa operazione, ma deve avviarla, mentre ora appare ferma. Nell’intervista al Corriere c’è spazio anche per un’analisi post vittoria di Trump, l’occasione per segnalare che la strategia del presidente eletto sarà quella “di dividere gli europei” anche tramite accordi separati con i Paesi europei. “Per l’Europa sarà un test durissimo“, afferma Prodi, secondo cui la “crisi tedesca è emblematica delle difficoltà della democrazia in Occidente“.
DALLA CINA A TRUMP: IL MONITO DI ROMANO PRODI
Non può mancare una riflessione di Romano Prodi sulla Cina, anche perché è l’occasione per segnalare come l’Europa, che prima era in grado di mantenere gli equilibri mondiali, ora non ha più questo ruolo in un contesto di crescenti tensioni tra cinesi e americani. “Con l’auto-marginalizzazione dell’Ue, i due imperi sono soli, uno di fronte all’altro. E senza dialogo finisce male“, avverte l’ex premier, secondo cui i “nostri valori non sono negoziabili“, ma d’altra parte non possono essere imposti. “La democrazia si esporta solo con la democrazia“.
Infine, la guerra in Ucraina: Romano Prodi è convinto che Vladimir Putin non avrebbe mai attaccato se ci fosse stato un esercito europeo. “Lui non si aspettava una risposta Nato così compatta, mentre un esercito europeo avrebbe avuto una funzione decisiva di deterrenza“. Questo è il motivo principale per il quale insiste sul tema della difesa europea e di una politica estera comune. Per arrivarci davvero bisogna cambiare i metodi con cui vengono prese le decisioni, a partire dal superamento del voto all’unanimità. “Abbiamo già perso potere politico, con Trump perderemo anche quello economico. E sta già succedendo“, ha concluso Prodi, stanco delle continue mediazioni europee.