Tra le frenetiche notizie che giungono dall’Ucraina – impegnata da quasi quattro anni nella difesa dei suoi territori in un lunghissimo ed estenuante conflitto contro la Russia – ne arriva anche una che potrebbe riscrivere il destino e le sorti del conflitto con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che per la primissima volta dal febbraio del 2022 ha aperto personalmente alla cessione dei territori attualmente occupati da Putin: l’occasione è stata una recentissima intervista rilasciata dallo stesso Zelensky a SkyNews nella quale ha commentato i presunti (dato che per non sono ancora stati ufficialmente confermati) accordi che Donald Trump offrirà ai due belligeranti dopo l’insediamento alla Casa Bianca.
Facendo un passetto indietro prima di arrivare alle dichiarazioni di Zelensky, è importante ricordare che fin dalle primissime fasi del conflitto la Russia era riuscita a conquistare ingenti aree degli oblast di Donetsk, Kherson, Luhansk e Zaporizhia nei quali a settembre del 2022 Putin aveva indetto un referendum per l’annessione che si era concluso (quasi ovviamente) con il parere positivo dei cittadini coinvolti: annessioni che – dal conto suo – il presidente ucraino non ha mai riconosciuto, assieme anche alla comunità internazionale; promettendo in più occasioni che non avrebbe mai trattato sulla loro cessione al Cremlino.
Zelensky: “I territori occupati verranno riconquistati diplomaticamente con il supporto della Nato”
Posizione che – con l’intensificarsi del conflitto e l’indebolirsi del supporto internazionale all’Ucraina – Zelensky sembra aver quasi definitivamente abbandonato, tanto che a SkyNews si è detto pronto a cedere quei territori in cambio dell’immediato accesso alla Nato per “il territorio ucraino che abbiamo sotto il nostro controllo”: un’apertura – tuttavia – parziale, perché poco dopo è stato lo stesso presidente ucraino a chiarire che “poi i territori occupati li riconquisteremo in modo diplomatico“.
L’ombrello della Nato – sempre secondo Zelensky – avrebbe il duplice beneficio di “mettere fine alla fase calda della guerra” e al contempo di “garantire che Putin non tornerà“, dicendosi poi pronto a “lavorare” positivamente e costruttivamente con il prossimo presidente americano Donald Trump; mentre tornando ai territori annessi ‘formalmente’ dalla Russia, l’ucraino si è detto anche disponibile eventualmente a cederli a lungo termine a Putin ma solamente a condizione che – in primo luogo – tornino almeno temporaneamente nelle mani di Kiev e – in secondo luogo – si tenga un nuovo referendum “libero e giusto” nel quale i cittadini potranno scegliere autonomamente per il loro destino.