L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA PROCEDE, IL REFERENDUM NO: IL GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA FONTANA SI PROPONE COME “PONTIERE” CON IL SUD
Il Referendum abrogativo contro l’Autonomia differenziata, quello sì, avrebbe “spaccato” il Paese: ne era convinto il Presidente della Lombardia Attilio Fontana nel suo commento a caldo alla sentenza della Corte Costituzionale che di fatto delineava come ‘inammissibile’ il quesito referendario presentato dalle opposizioni di Centrosinistra. Intervistato oggi da “Libero Quotidiano”, il Governatore in quota Lega si pone come garante per un dialogo approfondito con gli altri Presidenti del Sud-Italia che da mesi considerano la legge Calderoli approvata in Parlamento come problematica e divisiva.
Il sollievo di Fontana sul Referendum affossato è proprio relativo al timore di spaccare l’Italia tra Sud e Nord, come già è rischio avvenuto nei lunghi mesi di approvazione della proposta di legge del Governo Meloni: i toni devono rimanere moderati, spiega ancora il Presidente lombardo, ed è per questo che Fontana si dice pronto a sedersi al tavolo con gli altri interlocutori finora scettici sulla riforma dell’Autonomia. I vantaggi infatti possono davvero essere per tutte le Regioni che intendono fondare la propria azione politica e gestionale in maniera competente e virtuosa: Fontana intende rispondere nel merito, e non con le solite frasi/slogan che la sinistra da tempo riempie contro la legge Calderoli. In maniera ancora più netta, per il Governatore lombardo l’Autonomia è l’esatto opposto della “secessione dei ricchi”, è un’occasione di vantaggio per tutto il Paese: anche per questo Fontana ritiene «offensivo» il ragionamento posto dalla Presidente di Regione Sardegna Alessandra Todde, la quale ritiene che le Regioni non possano avere quel tipo di autonomia, «non mi pare normale che la Presidente di una regione autonomia dica agli altri “voi non la potete avere”».
LA SINISTRA & I REFERENDUM, QUANTA CONFUSIONE: LA PROVOCAZIONE DI FONTANA
Al netto dei LEP da modificare assieme agli altri profili segnalati dalla Corte Costituzionale sulla legge dell’Autonomia Differenziata che il Governo dovrà cambiare nelle prossime settimane, il Presidente di Regione Lombardia si concentra sulle critiche piovute addosso alla sua regione, come al Veneto e al resto delle Regioni governate dal Centrodestra. Attacchi e polemiche contro l’Autonomia, così come contro il Job’s Act di cui però la Consulta ha accolto la richiesta di un referendum abrogativo, a differenza del ddl Calderoli.
Quello che Attilio Fontana trova “buffo” è proprio che da sinistra si arrivino a contestare riforme e leggi che in realtà sono nate sotto dei Governi di Centrosinistra: perché la legge Calderoli è sì del Governo Meloni ma arriva a chiudere la “falla” aperta con la riforma del Titolo V del lontano 2001, sotto Governo Ulivo. Così come la legge sul mercato del lavoro è uno dei simboli del Governo Renzi, quando ancora era il Segretario del Partito Democratico: «vedo una sinistra confusa», sottolinea il Governatore lombardo, dato che ha impostato due campagne referendarie «su due riforme che aveva approvato quando era al governo». Secondo Fontana sarebbe non solo assurdo, ma quantomeno “pericoloso” ragionare come fa oggi il “campo largo”: «non entrano mai nel merito delle critiche» e anche per questo è sintomatico che la Consulta abbia definito illegittimo il quesito per motivi proprio di “mancata chiarezza nelle finalità”.