DECRETO SULLE LISTE D’ATTESA OGGI IN CDM: ECCO L’ORDINE DEL GIORNO
È stato approvato in questi minuti nel Cdm n.84 del Governo Meloni il nuovo decreto legge contro le liste d’attesa, anticipato già negli scorsi giorni dal Ministro della Salute Orazio Schillaci e comprendente alcune novità importanti a livello operativo per ridurre uno dei temi pressanti nella sanità italiana post-Covid (e che alcune Regioni stanno già affrontando attivamente, come in Lombardia). La bozza del Decreto legge presenta solo 7 articoli e sarà poi accompagnato da un ddl più ragionato con ulteriori novità ancora però da reperire con risorse.
Dalla nascita di una Piattaforma nazionale per le liste d’attesa al Cup unico, il nuovo sistema di monitoraggio e la possibilità di fare esami anche nel weekend: diverse le novità presenti nel decreto sulle liste d’attesa discusso oggi nel Consiglio dei Ministri, cui seguirà la conferenza stampa in diretta streaming video sui canali social di Palazzo Chigi. Nell’ordine del giorno presentato dal CdM stamattina trovano spazio anche modifiche alla disciplina della magistratura onoraria del contingente ad esaurimento oltre che il recepimento della direttiva (UE) 2022/431, «che modifica la direttiva 2004/37/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro».
LA BOZZA DEL DL SANITÀ IN 7 ARTICOLI: CUP, PIATTAFORMA, LISTE D’ATTESA. TUTTE LE NOVITÀ
Scendiamo ora nel dettaglio e occupiamoci più da vicino delle principali novità inserite nella bozza di 7 articoli del Decreto sanità oggi in CdM: secondo quanto visionato dall’ANSA e da Adnkronos Salute – le Regioni hanno anche lamentato di aver ricevuto troppo tardi la bozza di scheda finale – nel primo articolo trova spazio la nascita di un nuova Piattaforma nazionale da istituire presso l’Agenas (agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) per il sistema di monitoraggio approfondito sulle liste d’attesa. L’intento del Ministro Schillaci è quello di conoscere sempre più correttamente i tempi di attesa per le varie prestazioni, territorio per territorio, regione per regione.: tale piattaforma dialogherà con quelle regionali, garantendo «l’interoperabilità», mentre le linee guida «saranno definite in un decreto del ministro della Salute».
Nel decreto si scrive dell’obiettivo di allentare il tetto di spesa per il personale ma anche viene istituito un ispettorato generale di controllo sull’assistenza sanitaria, alle dirette dipendenze del ministero della Salute: miglior monitoraggio e conoscenza caso per caso delle varie liste d’attesa createsi. Sempre nel decreto contro le liste d’attesa, il Governo istituisce un Cup (Centro Unico Prenotazioni) unico a livello regionale o infraregionale, «con tutte le prestazioni disponibili del pubblico e del privato convenzionato». Come spiega il Ministro della Salute, l’obiettivo è far fronte alla mancanza spesso del privato convenzionato all’interno dei Cup regionali: d’ora in poi per gli istituti privati il collegamento con i Cup pubblici diventa primo requisito per il rilancio dell’accreditamento, così come viene imposta la nullità del contratto con il privato accreditato che non abbia provveduto a inserire nei Cup pubblici le proprie prestazioni fornite.
Sempre il decreto vieta alle aziende ospedaliere di “chiudere” le agende, ovvero di impedire la continuazione delle attività di prenotazione: viene poi incentivato verso le Regioni l’adozione di soluzioni tecnologiche e digitali per agevolare quanto possibile «la prenotazione autonoma delle visite e il pagamento del ticket». Tra i “consigli” presentati, si legge nella bozza del Dl liste d’attesa, anche la garanzia di un sistema di «recall al cittadino per evitare il fenomeno delle prestazioni prenotate e non effettuate». Da ultimo, il decreto prevede la possibilità sia di visite ed esami anche nei weekend e sia regole precise da rispettare anche per il cittadino: «chi non effettua la visita o l’esame prenotato senza preavviso dovrà pagare ugualmente il ticket, chi rifiuta un esame deve dare la possibilità ad altri di poter usufruire della prestazione», si legge nella bozza riportata dall’Adnkronos Salute. Nell’articolo 5 del Dl Sanità, il Ministro Schillaci sottolinea come oltre al prolungare la fascia oraria delle visite/esami (appunto anche al weekend), viene incrementata la spesa per il personale pari al 15% dell’incremento del Fondo sanitario rispetto al 2023.
“ALCUNE MISURE SUBITO OPERATIVE DOPO IL CDM”: LE ANTICIPAZIONI DEL MINISTRO SCHILLACI SUL DECRETO LISTE D’ATTESA
Secondo quanto spiegato dal Ministro della Salute nell’intervista a “Cinque Minuti” con Bruno Vespa nella sera del 3 giugno 2024, alcune misure del Decreto oggi in Consiglio dei Ministri «saranno subito operative dopo il CdM». Tra queste, Schillaci indica l’aumento del tetto di spesa per il personale da assumere, mentre altre saranno cooperative dal 1 gennaio 2025, quando verrà «abolito il tetto di spesa sulle assunzioni: questo rappresenta veramente un fatto epocale dopo 20 anni che esiste».
Per il Ministro Schillaci il contrasto ai tempi infiniti delle liste d’attesa (e in generale il nodo sanità in Italia e in Europa) non può essere risolto subito, ma con questo decreto – e con il successivo ddl approfondito – verrà data una grossa “spallata”: «Vogliamo che se un cittadino deve fare un esame, una Tac, per esempio, entro 72 ore, la faccia. E questo è dovuto alla grande sensibilità del primo ministro Giorgia Meloni su questo tema. Ancora oggi ci sono dei contatti febbrili per cercare di rendere il provvedimento operativo il prima possibile». Dal Cup unico pubblico che permetterà un’unica agenda di prenotazione pubblico-convenzionato al sistema di monitoraggio nuovo, per Schillaci con la nuova piattaforma «si saprà regione per regione quali prestazioni mancano per poter intervenire tempestivamente».
Sempre Schillaci a “Cinque Minuti” annuncia che 80 milioni il Governo li stanzierà per la salute mentale, specie nelle fasce più giovani dopo la pandemia Covid, mentre è garantita dal Decreto anche una riduzione dell’imposta fiscale sugli straordinari per tutti gli operatori sanitari, elemento fondamentale per permettere a molti lavoratori «di rispondere in maniera favorevole all’esigenze sempre garantendo la massima qualità».