MINNEAPOLIS – Non sappiamo come siano le fiamme dell’inferno, ma quelle di Los Angeles fanno già abbastanza paura. La California – lo Stato più popoloso della Federazione con quasi 40 milioni di abitanti, da sempre terra ricca ma assetata d’acqua – brucia. Come sempre e più di sempre. Vista da dove sono io, dal suolo innevato del Minnesota lontano duemila miglia, tra fotografie e filmati la California che vediamo sembra una spaventosa immagine tratteggiata da Steinbeck, il drammatico, tragico ritratto di una terra ricca di generose promesse che svela il suo volto crudele. Già si contano oltre 10 morti (nessuno sa quale sia il conteggio reale in mezzo a tanta distruzione), oltre 12mila case e strutture distrutte (per ora e per quel che si riesce a capire).
Come ha “postato” Maria Shriver su Instagram (la ex moglie dell’ex governatore della California Arnold Schwarzenegger), “Heartbreaking, devastating, beyond belief. Everything is gone. Our neighborhood, our restaurants. All our friends have lost everything”, “Straziante, devastante, incredibile. Tutto è andato. Il nostro quartiere, i nostri ristoranti. Tutti i nostri amici hanno perso tutto”. Non solo le abitazioni di gente qualsiasi, tragedie anonime di persone anonime come di solito accade, ma anche le ville delle celebrità, gente come Paris Hilton, Billy Crystal, Anthony Hopkins, Mel Gibson. Da Sunset Boulevard a Malibu, da Santa Monica ad Hollywood. Luoghi magici fino all’altro ieri, e ora… Brucia tutto, bruciano le case dei ricchi e bruciano quelle dei poveri. Nonostante lo sforzo epico di migliaia di firefighters le fiamme non si arrendono, anzi, sembrano sempre trovare nuovi varchi per avanzare e portar via tutto a buoni e cattivi senza fare distinzioni di classe. L’acqua, da sempre risorsa scarsa da quelle parti, non basta e chissà cosa causeranno tutte quelle tonnellate di pink retardant, ritardanti rosa scaricati senza sosta dai DC-10, che sembrano essere l’unico strumento capace di frenare almeno un po’ l’ondata di fuoco. E il fumo che oscura il cielo ed ingolfa i polmoni?
Nemmeno i soldi possono liberarci da questo incubo e nemmeno le polizze contro gli incendi, rielaborate in anni recenti dalle compagnie assicurative consapevoli dei rischi reali dei wildfires. Ognuno cerca di proteggere i propri interessi. Che sia questa la causa o quantomeno la concausa di questa apocalisse? Una vera apocalisse che ha già costretto quasi 200mila persone ad evacuare abbandonando tutti i propri averi, un’apocalisse che trascinerà dietro di sé conseguenze pesanti per chissà quanto tempo per gli esseri umani ed anche per la wildlife, quelle migliaia e migliaia di animali selvatici che vagano sperduti cercando disperatamente una via d’uscita da questo inferno.
Inevitabili le domande: Si sarebbe potuto evitare? O almeno, si sarebbe potuto limitare questo disastro? Quali sono le vere responsabilità di Gavin Newsom, governatore democratico della California?
Non so se queste domande troveranno risposta. So che si ripartirà, si ricostruirà e la vita riprenderà vigore, perché siamo fatti per vivere e costruire. Speriamo anche di capire e ricordarci che quel che abbiamo, tutto quel che abbiamo è un dono affidato alle nostre mani.
Forza! Con l’aiuto di Dio spegniamo queste fiamme e ripartiamo.
God Bless America!
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