Giovanni Toti resta ai domiciliari: i giudici del tribunale del Riesame di Genova hanno respinto la richiesta di revoca per il governatore della Liguria, accusato di corruzione, in quanto potrebbe reiterare il reato e le accuse, che non avrebbe compreso, sono «sorrette da gravi indizi» che però «non ha inteso contestare». La reazione all’ordinanza è in una lettera scritta da Toti e affidata al suo legale, che ha chiesto al gip di autorizzare il suo assistito a incontrare Matteo Salvini della Lega. Nella lettera spiega che essere il presidente della Regione Liguria in questa fase complicata è diventato un «peso», quindi le dimissioni potrebbero essere «una liberazione», ma la decisione può essere presa solo dopo un confronto con chi ha condiviso la sua «avventura politica».
Per quanto riguarda la vicenda, Giovanni Toti ritiene che la sua attività sia stata trasformata in un «reality show», ricordando di aver ricevuto finanziamenti leciti che nulla hanno a che fare con l’interessamento per le pratiche di Spinelli. Per quanto riguarda una delle motivazioni fornite dai giudici alla conferma dei domiciliari, cioè il rischio che possa reiterare il reato, Toti replica con sarcasmo, spiegando che se dovesse rifare ciò per cui viene accusato, allora il suo avvocato dovrebbe avanzare una richiesta di «non punibilità per infermità mentale». Quindi, chiede con altrettanto sarcasmo se «una persona sana di mente possa ripetere la stessa azione per la quale si trova ai domiciliari».
TOTI RESTA AI DOMICILIARI E NON SI DIMETTE (PER ORA)
Giovanni Toti prosegue nella lettera spiegando che i suoi comitati elettorali hanno ricevuto molti finanziamenti da privati, nel rispetto della legge, di essersi interessato solo alle questioni nell’interesse della regione e chi lo ha sostenuto lo ha scelto nella convinzione che la sua politica fosse migliore delle alternative. Invece, la procura di Genova ritiene l’opposto, anche alla luce di molte intercettazioni in cui Toti chiede con insistenza soldi a Spinelli per le campagne elettorali, ma a tal proposito il governatore della Liguria segnala che sarebbe sbagliato, se non un vero e proprio reato, trattare diversamente le persone in base a eventuali finanziamenti.
Dunque, nega che ci sia stato favoritismo per Spinelli. Riguardo la prospettiva delle dimissioni, su cui in molti si interrogano, Giovanni Toti ammette che sarebbe stato facile prendere quella strada, nella convinzione anche che con le nuove elezioni sarebbe arrivata una conferma alla sua politica e una decisione a chi cavalca «sospetto, odio e invidia sociale» nella speranza di ritrovare un ruolo. Per il Pd, invece, le dimissioni non sarebbero un’ammissione di colpevolezza, ma una decisione da prendere perché la sua presidenza non può andare avanti.
IL CENTRODESTRA RIFLETTE SU NUOVE ELEZIONI IN LIGURIA
Nel frattempo, il centrodestra riflette su nuove elezioni in Liguria: stando a quanto riportato dall’Agi, la linea emersa da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia è di farsi trovare pronti per evitare che l’inchiesta che vede Giovanni Toti accusato di corruzione possa logorarli. Anche per questo serve un confronto tra il governatore e gli alleati, per questo il primo ha chiesto di incontrare Salvini, che più di altri lo ha difeso, e le altre forze politiche, anche se inizialmente voleva aspettare la Cassazione. Ora si auspica un confronto per capire se dare la parola agli elettori in autunno, oltre che per cercare una nuova figura.