Il Sole 24 Ore dello scorso 15 dicembre 2024 aveva in prima pagina una grande foto di una pompa di petrolio, quelle che ondeggiano ad andamento lento come il collo di una giraffa, e rimandava a un’intera paginata interna con un lungo articolo sulla produzione petrolifera americana. L’ente statistico del Dipartimento dell’energia sostiene, dati alla mano, che gli Usa sono sempre meno dipendenti dall’estero: ad agosto hanno prodotto più di 13,4 milioni di barili di greggio al giorno (bg) contro i 9 di Arabia Saudita e Russia. E vi sarà nel 2025 un incremento di 280 mila bg (+2,1%).
Trump, nel suo breve discorso sul palco della vittoria, ha annunciato che trivellerà in Alaska e il 7 gennaio ha rilasciato dichiarazioni riguardo la volontà di annettere agli Usa la Groenlandia (petrolio e altro a iosa).
Su questo argomento Paramount+ ha in streaming la serie tv Landman, dieci episodi con uscita ogni lunedì, partita a novembre e conclusasi l’altro giorno.
Punto primo, l’ideatore e creatore di Landman è Taylor Sheridan, mica un autore qualunque: sceneggiatore, produttore esecutivo, alcune volte regista. Al cinema con Soldado (2015), Hell or High Water (2016), I segreti di Wind River (2017), una trilogia che esplora le varie sfaccettature della moderna frontiera americana, un po’ un Cormac McCarthy cinematografico, ma meno profondo. In tv con i successi di Yellowstone (con Kevin Costner) con il suo prequel e sequel, Tulsa King (con Sylvester Stallone), Lioness (con Nicole Kidman e Zoe Saldana). E ora, appunto, Landman.
Punto secondo. In tutte le sue produzioni tv raccoglie sempre un cast con dei bei nomi affermati e credibili. E così anche in Landman. Il protagonista è Billy Bob Thornton (può fare tutto), nei panni di Tommy Norris, il direttore generale che lavora per il proprietario di vari pozzi petroliferi nel Texas. Qual è il suo lavoro? È come se fosse il risolutore che gira le varie sedi aziendali (pozzi), risolvendo tutti i problemi. Esempi. I narcos messicani lo rapiscono, perché mai dovrebbero lasciargli dei terreni? Semplice: Ci noleggiate il terreno su cui perforare, siamo in pieno deserto, noi costruiamo una strada per le nostre cisterne che voi potrete utilizzare per i vostri commerci. Viene rubato un aereo della compagnia, la denuncia non viene fatta alla polizia locale o all’assicurazione, ma all’ente del volo Usa, tanto poi il velivolo atterrerà su quella strada scaricando la droga e l’aereo verra abbandonato lì in perfette condizioni. Esplode un pozzo e muore la squadra addetta, deve andare dalle famiglie non solo a portare le condoglianze, ma anche a capire se vi saranno ripercussioni sotto l’aspetto pecuniario.
Tommy Norris è appunto il Landman del titolo, si destreggia tra il far funzionare tutto, i costi, la burocrazia, le rotture varie, anche quelle umane. Responsabilità, risoluzione di problemi, rischio di essere un capro espiatorio.
Vive in un villone dell’azienda insieme con il legale e amministratore Nathan (Colm Feore) e l’ingegnere petrolifero Dale Bradley (James Jordan). Siamo come dicevo in pieno deserto del West Texas, non in una zona amena: polvere, caldo, sole cocente, enormi pick-up a quattro ruote motrici e tutti con il cappello da cowboy a falde larghe, tenuto in testa in auto, al bar, sempre.
Anche questa è la frontiera americana, con i narcos, i pozzi petroliferi, le cittadine che sorgono in base alla proliferazione delle perforazioni. Come i pionieri alla ricerca del metallo giallo, qui si è alla ricerca sempre dell’oro, quello nero. Tommy è un uomo con il pelo sullo stomaco, scafato, disincantato, ma non è un cialtrone, ha una corteccia dura provata dalla vita, ma non è un cinico.
Anni prima si era avventurato acquistando terreni fondando una piccola compagnia, ma poco dopo il prezzo del greggio era andato a picco e aveva perso tutto. La moglie, la bella tigre Angela (Ali Larter), l’aveva mollato risposandosi con un riccone.
C’è perciò la vita quotidiana lavorativa di Tommy, incallito fumatore, tra un pozzo e l’altro, e la vita degli operai. Squadre di quattro uomini perlopiù d’origine ispanica che vivono in baracche/container, sgobbano come matti per dei bei dollari, perché si rischia la vita.
In una di queste arriva il pivello Cooper (Jacob Lofland), figlio di Tommy che, quasi ingegnere petrolifero, ha mollato l’università per fare esperienza sul campo. È taciturno e introverso, c’è qualcosa che non lo lascia tranquillo, sicuramente la madre da cui è distaccato. È il suo pozzo che esplode e i suoi quattro compagni, tutti imparentati, muoiono nell’esplosione.
Tommy non lo pressa per lasciare il lavoro, vuole che sia una sua scelta, anche se un figlio è pur sempre un figlio e in maniera apparentemente velata se ne preoccupa. Ma nel bel mezzo di questi casini si presenta la figlia Aynsley (Michelle Randolph) col suo bello, in gita di piacere. Il boy se ne scappa dal quel bel luogo e lei decide di restare con papi sconvolgendo un po’ la vita della villa.
Arriva ad asciugarle le lacrime la madre Angela, che poi decide di restare attratta ancora da Tommy, che con tutti i casini lavorativi citati, figuriamoci ora…
Ma non è finita, un aereo rubato alla compagnia atterra in pieno deserto per scaricare droga, ma sopraggiunge un’autocisterna di un’altra azienda che lo centra in pieno e tutto esplode. Con morti e feriti.
Sul campo arriverà, mandata da Monty Miller (Jon Hamm), proprietario della compagnia, Rebecca Falcone (Kayla Wallace), la bella e cazzuta avvocata esperta in responsabilità civile per contrastare i legali e l’assicurazione dell’autocisterna.
Le situazioni della famiglia Norris s’ingarbugliano mentre Cooper viene picchiato perché aiuta la giovane vedova di uno dei compagni morti; i narcos si rifanno vivi per ottenere un risarcimento per la perdita del carico sull’aereo e, su consiglio di Tommy, il gran capo Monty fa esercitare la Guardia Nazionale sul territorio dei campi petroliferi con bum bum contro i narcotrafficanti. Cooper poi aiuta le famiglie delle vittime nella contrattazione per il risarcimento contro l’avvocato Rebecca Falcone che deve abbassare la cresta, ma lo minaccia con congetture false sull’accaduto. Monty tratta per 400 pozzi, s’infarta e ha bisogno di un trapianto di cuore; Tommy viene nominato Presidente della compagnia; Cooper decide di mettersi in proprio per acquisire pozzi che sono fermi, mentre la love story con la giovane vedova si consolida.
Nelle ultime due puntate di Landman entra in scena la moglie di Monty, che era apparsa qualche volta come un cameo, è l’ancor bella Demi Moore (che sta vivendo una nuova giovinezza artistica) nei panni di Cami Miller. Ma non è finita: Tommy viene rapito e torturato dal capo dei narcos, ma sopraggiunge il super boss che vuole trattare e lo libera. E chi è questi? Andy Garcia.
Viste queste star entrate in campo si prevede una seconda stagione di Landman.
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